Etruria, Padoan: "Nessun ministro mai autorizzato a occuparsene". Oggi è il turno di Visco

Il ministro: "E a nessun membro del governo ho richiesto venisse a riferire a me". "Bpel, nessun contatto con Ghizzoni". Il caso Panetta

Padoan e Visco (Ansa)

Padoan e Visco (Ansa)

Arezzo, 18 dicembre 2017 - «Le discussioni a livello di governo sulle questioni delle banche in difficoltà sono avvenute in modo continuativo tra il presidente del Consiglio e me e in altre rare occasioni sono state discusse in gruppi più ampi di governo ma in generale le discussioni erano tra il presidente del consiglio e il sottoscritto».

Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in commissione di inchiesta sulle banche rispondendo a Giovanni Paglia (SI) che gli chiedeva se avesse avuto notizia di un interessamento di suoi colleghi ministri su banca Etruria. Il ministro in commissione difende le scelte prese in questo campo dal Governo. Compresa la famosa decisione di commissariare Banca Etruria. Il governo «non fa da passacarte» in caso di commissariamento di una banca proposta da Banca d'Italia e, anche nel caso di Etruria a inizio 2015, «ha condiviso le esigenze del commissariamento» dell'istituto aretino e «approvato».

Ma il pressing dei commissari è intorno ai colloqui avuti da Maria Elena Boschi o anche da Graziano Del Rio a proposito di alcune crisi, Etruria in testa. Risposta di Padoan? «Io non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un'autorizzazione, la responsabilità (del settore bancario, ndr) è in capo al Ministro delle finanze che d'abitudine ne parla con il Presidente del Consiglio. Né ho mai richiesto che membri del governo venissero a riferire a me». Così il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan in risposta al senatore Andrea Augello che gli chiedeva dei colloqui tenuti dai ministro Maria Elena Boschi e Graziano Delrio sulla vicenda Banca Etruria. 

E su Bpel ha negato di aver avuto alcun contatto specifico con l'ad Ghizzoni per una possibile integrazione tra Unicredit e Banca Etruria.

I temi di Pier Carlo Padoan ovviamente, sono più ampi, da Pps alle Popolari Venete, ma qui l’attenzione è stata tutta concentrata sul decreto di commissariamento di Bpel che il ministro firmò il 9 febbraio e che fu poi messo in esecuzione l’11, al culmine di un drammatico Cda che avrebbe dovuto suggellare l’approvazione di un bilancio da sprofondo rosso (510 milioni di deficit) e che fu invece interrotto dall’arrivo dei commissari.

Tre giorni come i fuochi d’artificio e vai a capire qual’ è la girandola che fa più effetto. Sì, davvero la commissione banche è arrivata al rendez vous finale e, manco a dirlo, il caso Etruria ne è ancora una volta il cuore, la scintilla che può innescare un’altra reazione a catena, dopo quella della settimana scorsa con le rivelazioni del presidente di Consob sugli incontri dell’allora ministro (aretinissimo) Maria Elena Boschi e la risposta piccata del sottosegretario a Palazzo Chigi.

Come previsto Padoan non dice di essere stato condizionato nelle sue scelte da altri membri del governo e tanto meno da Maria Elena Boschi. Ancor più imprevedibile la giornata di oggi che avrà per grande protagonista il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Per quanto riguarda Etruria, il fuoco di fila delle domande si concentrerà su due questioni: la vigilanza sull’emissione delle subordinate e il loro azzeramento ma ancor di più i retroscena caldissimi della fusione con Vicenza.

Carmelo Barbagallo, direttore della vigilanza, ha già dettato la linea: non fu Bankitalia a premere perchè si facesse, la trattativa fu portata avanti dai protagonisti con via Nazionale che si limitò a prendere atto del fallimento del tentativo di aggregazione. E’ arduo pensare che Visco possa discostarsene troppo ma la sua sarà una testimonianza da attore in prima persona. Un'audizione preceduta anche dall’indiscrezione sui contatti che nel 2014 Maria Elena Boschi avrebbe avuto col vicedirettore generale Fabio Panetta. Di cosa si parlò? Di sicuro sarà una delle domande di oggi al governatore.

A Visco si devono le due lettere del 24 luglio 2012 e del 3 dicembre 2013 che segnano l’apertura ufficiale della crisi della vecchia Bpel e il suo culmine, fino all’intimazione di integrarsi con un altro istituto di «elevato standing». Qualcuno parlò col governatore per manifestargli preoccupazione sul processo di aggregazione, come la Boschi con Vegas? C’è già un commissario, Andrea Augello, che si dice pronto a fare la domanda, anzi che ha sollecitato Visco a spiegarlo preventivamente nella sua introduzione.

Le fonti di Bankitalia lasciano intendere che il governatore si muoverà con spirito istituzionale, che insomma per quanto possibile cercherà di tirarsi fuori dalla mischia delle rivelazioni a orologeria. Ma la suspense resta lo stesso intatta. Lo stesso thrilling che il giorno dopo mercoledì circonderà l’audzione di Federico Ghizzoni, ex amministratore delegato di Unicredit, uno che non ha mai parlato dopo le rivelazioni di Ferruccio De Bortoli nel suo ultimo libro: ci fu un intervento del ministro Boschi nell’autunno 2015 per chiedere a Unicredit di valutare una discesa in campo per Bpel.

Ghizzoni fece valutare il dossier e poi decise di non farne niente. L’ex Ad non ha mai confermato nè smentito, Maria Elena Boschi, che non nega il colloquio ma le pressioni sì, ha già dato mandato di citare per danni De Bortoli. Ora tocca all’altra protagonista ed è inutile dire che sono le parole più attese di tutta la commissione. Di là la mischia può spegnersi o riaccendersi. Di sicuro il caso Etruria non finisce qui.