Etruria, la stangata di Consob agli ex vertici: proposte di sanzione per oltre due milioni

Tutti i nomi. I destinatari possono ancora presentare controdeduzioni. Tra i "multoni" 120 mila euro a Boschi,. Record a Bronchi: 200 mila euro.

La protesta di stamani a Roma

La protesta di stamani a Roma

Arezzo, 2 giugno 2017 - E’ come un ciclone che ogni tanto sembra acquietarsi ma che poi riprende a soffiare più violento di prima. Eccoci allora a un’altra puntata della bufera Etruria, protagonista stavolta la Consob, la commissione per le società e la borsa, che sia pure con enorme ritardo proponele sue sanzioni a carico degli ex amministratori di una banca che non c’è più.

Un’autentica stangata, la più pesante contro il gruppo dirigente dell’Etruria che fu: ex presidenti, ex vice, ex consiglieri, ex direttori generali, ex sindaci, persino ex dirigenti, con l’immmancabile babbo Boschi in prima fila. In totale una mazzata da 2,6 milioni: peggiore di ciascuna delle due puntate in cui lo stesso vertice era stato sanzionato da Banca d’Italia (2,4 milioni a ottobre 2015 e 2,2 a marzo 2016) anche se la somma di quelle multe resta il conto più grave. In totale, fra Consob e Via Nazionale, il gruppo dirigente che guidò via Calamandrei fino alla risoluzione del novembre 2015 potrebbe essere chiamato a pagare qualcosa come 7 milioni di euro.

Potrebbe, appunto, perchè quelle dell’ufficio sanzioni amministrative dalla commissione per la borsa guidata da Giuseppe Vegas, sono ancora semplici proposte. Contro le quali coloro che sono finiti nel mirino possono controdedurre. Per i primi due capi d’accusa, anzi, lo hanno già fatto nei giorni scorsi, resta il terzo, per il quale c’è tempo fino alla metà di giugno.

La Consob aveva notificato l’avvio del procedimento in novembre, destinatari in 34: gli ultimi due consigli d’amministrazione, gli ultimi due presidenti, gli ultimi due direttori generali, più tre dirigenti di vertice. Tre appunto i rilievi mossi: 1) l’aumento di capitale da cento milioni del 2012, nel quale non si sarebbe dato conto della reale situazione finanziaria della banca; le emissioni di subordinate (le più famigerate) del 2013 (due tranches da 120 milioni), finite in mano al «pubblico indistinto» dei risparmiatori; 3) la mancata correzione dei livelli di rischio delle stesse obbligazioni dinanzi al progressivo degrado dei conti di via Calamandrei. In sostanza, contestano da Consob, il livello di rischio medio o medio-basso avrebbe dovuto essere ritoccato in alto. E’ l’unico capitolo per cui è chiamato in causa anche l’ultimo Cda.

Per ciascuna di queste contestazioni, l’ufficio sanzioni di Consob presenta un conto che va da 30 a 80 mila euro per la prima accusa, da 25 a 70 mila per la seconda, da 15 a 50 mila per la terza. Ma sono le somme che fanno impressione. In testa c’è l’ex direttore generale Luca Bronchi, con 200 mila euro, seguito dall’ex presidente Giuseppe Fornasari con 195 mila. Un po’ più indietro l’ultimo presidente Lorenzo Rosi e i suoi due vice, Pierluigi Boschi e Alfredo Berni con 120 mila.

Va male anche a uno dei vice dell’era Fornasari: Giovanni Inghirami si vede proporre 135 mila euro, mentre il presidente del collegio sindacale Massimo Tezzon, già segretario della stessa Consob, se la cava anche lui con 120 mila. Le richieste di sanzioni più leggere sono per i 7 membri nuovi di zecca dell’ultimo Cda: «solo» 15 mila euro.

Come i dirigenti David Canestri, direttore centrale, e Paolo Schiatti, già vicedirettore generale. L’ultimo Dg, Daniele Cabiati è il più «fortunato»: 10 mila euro. Ma è tutto ancora da discutere. La Consob, per evitare la prescrizione, dice di aver saputo delle lettere di richiamo del governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco (luglio 2012 e dicembre 2013) solo a maggio 2016. I giornali ne scrivevano da almeno un anno e mezzo. E poi, obiettano i protagonisti nelle loro controdeduzioni, c’è un protocollo in vigore dal 2012 in base al quale ci dovrebbe essere circolarità di informazioni fra Bankitalia e Consob. Possibile che questi ultimi non ne sapessero niente?

TUTTI I NOMI. Nel dettaglio le proposte di multe individuali. Giuseppe Fornasari 195 mila euro (contestati aumento di capitale, emissione ultime subordinate, mancata riprofilazione del rischio) Giovanni Inghirami 135 mila (tre contestazioni), Lorenzo Rosi 120 mila (tre contestazioni), Alfredo Berni 120 mila (tre contestazioni), Pier Luigi Boschi 120 mila (tre contestazioni), Natalino Guerrini 45 mila (aumento capitale e rischio), Alessandro Benocci 15 mila (rischio), Alberto Bonaiti 100 mila (tre contestazioni), Luigi Bonollo 115 mila (tre contestazioni), Rosanna Bonollo 15 mila (rischio), Claudia Bugno 65 mila (aumento capitale, rischio), Carlo Catanossi 15 mila (rischio), Giovan Battista Cirianni 115 mila (tre contestazioni), Giampaolo Crenca 115 mila (tre contestazioni), Enrico Fazzini 115 mila (tre contestazioni), Giovanni Grazzini 15 mila (rischio), Alessandro Liberatori 15 mila (rischio), Luigi Nannipieri 65 mila (aumento di capitale, rischio), Luciano Nataloni 120 mila (tre contestazioni), Anna Maria Nocentini 15 mila (rischio), Andrea Orlandi 120 mila (tre contestazioni), Claudio Salini 50 mila (aumento di capitale, rischio), Ilaria Tosti 15 mila (rischioe), Massimo Tezzon 120 mila (tre contestazioni), Franco Arrigucci 50 mila (aumento capitale, rischio), Paolo Cerini 120 mila (tre contestazioni) , Giovanna Magnanensi 60 mila (aumento capitale, rischio), Gianfranco Neri 120 mila (tre contestazioni), Carlo Polci 120 mila (tre contestazioni), Luca Bronchi 200 mila (tre contestazioni), Daniele Cabiati 10 mila (rischio), Paolo Schiatti 15 mila (rischio), David Canestri 25 mila (rischio)