Emergenza pronto soccorso: scattano le assunzioni, riparte la trattativa

Il sindacato dei medici accusa: "In arrivo altri tagli". La Asl nega: "No, quattro nuovi a tempo pieno". Gli scogli della vertenza, il caso infermieri

Pronto soccorso (foto repertorio)

Pronto soccorso (foto repertorio)

Arezzo, 24 giugno 2017 - Ogni giorno dalla porta a vetri che tutti eviterebbero volentieri entrano fino a 240 persone. Senza considerare, naturalmente, parenti e amici. E’ il dato più fresco e blindato sulla corsa al pronto soccorso: blindato anche perché arriva direttamente dal direttore Giovanni Iannelli. Un dato, spiegava l’altra sera, che tradotto in termini di emergenza corrisponde a circa 20 pazienti all’ora da seguire nei momenti critici. Quindi?

Come sempre intorno al tavolo della sanità le risposte non sempre sono le stesse. Il sindacato medici italiani, una delle tante sigle che affollano le corsie, lancia un allarme drastico: in arrivo 38 tagli nell’area vasta sud, che poi è la nostra. Tutti al pronto soccorso, il che non sarebbe una grande risposta al problema indicato da Iannelli. Perché tra i 38 ce ne sarebbero alcuni, sia pur non dettagliati, anche ad Arezzo. Risposta della Usl? «E’ esattamente il contrario».

E il direttore generale Enrico Desideri nell’occasione si fa affiancare anche dal responsabile del 118 Massimo Mandò: un po’ perché è la voce forte nel campo dell’emergenza e un po’ forse per dimostrare che la realtà è un’altra. Bene, l’impegno Asl è di arrivare a quattro assunzioni in tempi brevissimi. A convenzione, tipo quelle che hanno fatto arrabbiare anche altri sindacati? «No, a tempo pieno». In pratica la strada sarebbe quella della mobilità. A livello regionale, dieci le assunzioni richieste per l’emergenza nell’area, quattro delle quali proprio ad Arezzo. Una promessa che viene da lontano ma la cui soluzione ora viene data come imminente.

E in generale assicurano che un primo aumento di organico c’è stato rispetto all’anno scorso, con la stabilizzazione di cinque medici in più. I problemi, è chiaro, esistono, anche perché l’emergenza pronto soccorso è uno dei punti caldi al tavolo delle trattative. Un tavolo che ieri ha toccato una delle sue giornate decisive. Partita con il piede giusto.

In mattinata era stata infatti assorbita la rottura con la Cgil. «Ci sono stati equivoci e contrasti sgradevoli ma sono totalmente superati: oggi il clima è perfetto». Il clima aiuta ma non sempre basta a risolvere i problemi. Sul piatto, ricordiamo, c’è intanto l’accordo integrativo, quello che il personale sanitario aspetta a gloria. «Confido di arrivare ad un’intesa nel giro di quindici giorni».

All’interno ci sono da trovare risorse in particolare per il personale infermieristico. Il timore che si è diffuso è quello di una sorta di forfettizzazione degli straordinari, pagati solo fino ad una certa ora e non oltre. Altro timore che l’azienda esclude ma certo siamo di fronte ad una trattativa che si trascina ormai da tanti mesi e sula quale i sindacati chiedono punti fermi. Quanto deve lavorare un infermiere, quanto un medico, quanto sia il personale sufficiente a coprire i servizi in aumento. Lì, dietro quella porta a vetri che continua ad aprirsi e a chiudersi sulle soglie del pronto soccorso.