Dieci anni fa la morte di Sandri: Spaccarotella in cella vede la fine pena

L'uscita probabile all'inizio del 2020: intanto è ceramista nel laboratorio del carcere, in semilibertà e volontario. Oggi pellegrinaggio dei tifosi all'autogrill?

Luigi Spaccarotella

Luigi Spaccarotella

Arezzo, 11 novembre 2017 - Non sarà un giorno come gli altri per l’ex agente scelto Luigi Spaccarotella. L’11 novembre di dieci anni fa nel piazzale dell’autogrill Badia al Pino ovest il colpo di postola che spezzò la vita del tifoso della Lazio Gabriele Sandri. Spaccarotella sconta una condanna per omicidio volontario con dolo eventuale a 9 anni e 4 mesi nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere; sarà libero, considerando la buona condotta, all’inizio del 2020.

La sveglia in cella, l’uscita in semilibertà per svolgere servizio di volontariato alla locale Misericordia. E’ così da tempo, volontario e carcerato: l’ex agente è ad esempio bravissimo nel lavorare la ceramica e passa molte ore nel laboratorio interno. Non ha perduto i contatti con Arezzo, qui conserva alcuni amici che lo aiuteranno, se ci sarà la possibilità, a rifarsi una vita e a trovare un lavoro.

Sono loro ad ospitarlo nelle sue fugaci apparizioni aretine,  imputando alla tragica fatalità la morte di Gabriele Sandri che, non scordiamolo, aveva appena 26 anni quando sul sedile posteriore di una Renault Megane venne colpito alla testa dal proiettile esploso dalla carreggiata opposta. Era mattina, prima delle 9, quando la pattuglia della Polstrada si accorse della zuffa nella stazione di servizio opposta.

Spaccarotella impugnò la pistola, sparò, il proiettile fu forse leggermente deviato dalla rete, attraversò le carreggiate e andò a infilarsi nel lunotto posteriore dell’auto con la quale i tifosi laziali stavano ormai partendo. Gabriele fu colpito alla testa, senza scampo. Oggi a dieci anni da quello sparo ci sarà un sit-in davanti all'Olimpico e probabilmente il solito pellegrinaggio di fiori nel casello "della morte".