Crac Etruria, si va al maxi-processo unico per truffa

Appuntamento al 18 gennaio: la tesi è quella della cabina di regia. Intanto ieri nella commissione parlamentare Lacroce e Giorgianni

La protesta dei risparmiatori di Banca Etruria

La protesta dei risparmiatori di Banca Etruria

Arezzo, 8 dicembre 2017 - Si va a un maxi-processo unico per il filone della truffa che vede coinvolti dirigenti e direttori di banca. Così si è stabilito ieri mattina in aula davanti al giudice monocratico, appuntamento per il 18 gennaio davanti al giudice Angela Avila. La procura, in quella sede, cercherà di dimostrare che la vendita delle obbligazioni poi azzerate aveva alle spalle una strategia unica, decisa ai piani alti della banca.

E’ la famosa cabina di regia che ha appunto portato a processo cinque dirigenti della ex Bpel, accusati di istigazione alla truffa, di aver spinto cioè direttori di filiale e semplici impiegati a piazzare più titoli possibile, senza guardare troppo per il sottile nei metodi. Le carte in mano al pm sono gli atti istruttori dell’indagine, con le informative della Finanza, le mail scambiate fra sede centrale e singole filiali, le dichiarazioni di almeno tre dipendenti «pentiti». In modo diverso, hanno rivelato che l’input era quello di piazzare le subordinate al pubblico indistinto. Chi non lo faceva, secondo la dichiarazione di una «gola profonda», veniva emarginato.

Accuse ovviamente tutte da dimostrare. A difendere la maggior parte di direttori di filiale è l’avvocato Maurilio D’Angelo, legale della Cisl, insieme al collega aretino Saverio Agostini, forti di alcune sentenze che in Veneto hanno scagionato dipendenti processati per le stesse cose. La tesi difensiva principale è che se pure Consob ignorava la pericolosità delle subordinate, a maggior ragione non potevano esserne coscenti bancari che si limitavanpo ad applicare le circolari. Tanto più che molti di loro avevano acquistato gli stessi bond accusando dunque una considerevole perdita patrimoniale.

Intanto ieri mattina alla commissione parlamentare si sono presentati in audizione Letizia Giorgianni (Vittime del Salvabanche) e Vincenzo Lacroce (comitato azzerati). Lacroce ha sostenuto che Etruria doveva essere commissariata già nel 2013, e questo «causa dell’inadeguatezza degli organi” ad affrontare le difficoltà della Banca». Secondo Lacroce «nei rilievi ispettivi di via Nazionale relativi alle ispezioni del 2010 e del 2013 non sono messi nel giusto rilievo i conflitti d’interesse degli amministratori». Giorgianni ha lamentato un atteggiamento diverso delle forze dell’ordine durante le manifestazioni, «più ristrettivo».