Coltellate alla moglie davanti ai figli: lesioni gravi, condannato a un anno e mezzo

Montevarchi: il reato era già stato derubricato dal tentato omicidio: alla fine il patteggiamento e la sospensione della pena. Alla base il tarlo della gelosia

Carabinieri in zona Navigli

Carabinieri in zona Navigli

Arezzo, 1° marzo 2017 - Un anno e 6 mesi di reclusione, pena sospesa e revoca di ogni altra misura cautelare. Ha patteggiato la condanna il quarantaquattrenne di origine albanese, ma cittadino italiano, residente a Montevarchi arrestato a inizio anno dai carabinieri di San Giovanni per aver accoltellato la moglie. Ieri l’udienza conclusiva del processo all'uomo, già rimesso in libertà ai primi del mese su disposizione del Riesame.

Il giudice aveva accolto il ricorso presentato dall’avvocato Massimiliano Dei, escludendo i maltrattamenti in famiglia e derubricando a lesioni personali aggravate l’imputazione originaria di tentato omicidio. L’aggressione risale alle 7,30 del 2 gennaio nell’appartamento montevarchino. La compagna, che si era trasferita da un parente dopo aver chiesto la separazione, era passata a salutare i figli di 6 e 14 anni.

E lì si era trovata davanti il marito con un coltello da cucina in mano. Nella colluttazione aveva riportato ferite alle braccia. Arrestato, l’aggressore era comparso davanti al magistrato aretino e la sua posizione si era appesantita perchè dall’inchiesta erano emersi particolari tali da far ipotizzare un agguato premeditato. Tesi smontata dal difensore, ha sempre sostenuto si trattasse di un tentativo maldestro di spaventare la coniuge per indurla a confermare un presunto tradimento.

E aveva preparato un registratore per imprimere su nastro la confessione. Insomma, alla base del gesto la gelosia e in un secondo momento la stessa vittima aveva ritirato la costituzione di parte civile. «Con il riesame – spiega il legale – la vicenda si è ridimensionata. Adesso stiamo lavorando a una separazione consensuale». In libertà l’uomo ha ripreso a lavorare e a frequentare i figli.