CasaPound ripulisce il Pionta dalle siringhe

L'azione decisa dopo le numerose segnalazione dei cittadini

Siringhe

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Arezzo, 15 dicembre 2017 - Nella giornata di ieri i militanti di CasaPound, su segnalazione dei cittadini, si sono attivati e hanno ripulito il prato del Parco Pionta dalle numerose siringhe usate e depositate lì ormai da mesi. Un’ indecente testimonianza, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, del degrado che attanaglia ormai da anni uno dei principali parchi cittadini. “La nostra azione di ieri – dichiara Francesco Campa, responsabile aretino di CasaPound - oltre che una risposta doverosa agli appelli dei cittadini, vuole essere uno stimolo per affrontare e provare a risolvere definitivamente la questione del parco del Pionta. Il parco, situato in una zona nevralgica della città, a ridosso dell’ospedale e del polo universitario, è ormai da tempo un porto franco per la criminalità organizzata, con spaccio continuo, consumo di eroina alla luce del sole e scippi sempre più frequenti soprattutto in alcune zone”.

“Una situazione intollerabile – prosegue Campa – che ha definitivamente tolto il Pionta alla città e alla cittadinanza, privando il parco della sua funzione primaria di aggregazione, e rendendolo un luogo malfamato dove le persone hanno paura ad entrare, specie nelle ore poco frequentate. La testimonianza di un operatore che lavora in una delle strutture del parco rilasciata pochi giorni fa ai giornali fotografa al meglio dall’interno la situazione del Pionta, ormai preda di bande criminali, prevalentemente composte da immigrati africani, con interi viali abbandonati a sé stessi. È poi recentissima la notizia dell’arresto di uno spacciatore ghanese, l’ultimo di una lunga serie di fermi condotti dalle forze dell’ordine a partire da quest’estate, che si rivelano però inefficaci senza un piano di lunga durata concertato tra il comune e le pubbliche autorità per risolvere definitivamente la situazione”.

“Le siringhe a terra non sono dunque che una delle conseguenze di tutto ciò e lo sappiamo bene– conclude Campa - non si può infatti pensare di risolvere la situazione rimuovendo da terra l’ultimo prodotto di un sistema marcio fino al midollo, però questo gesto vuole essere un punto di partenza, una scossa per l'amministrazione comunale e per la Prefettura, perché si possa finalmente capire che il problema c’è ed è grave, non è solo frutto di un’errata percezione di pochi, e che se non risolto può trasformarsi in un bubbone pronto ad esplodere da un momento all’altro proprio nel centro di Arezzo”.