Bpel, rabbia del Pm: "Consulenze? Ho già detto tutto" scrive a Casini. E minaccia querele

E spiega: "Non esiste un blocco di indagini taciuto". La nuova bufera dopo le rivelazioni di Qn-La Nazione su verbale Cda e boom consulenze. Ma le carte sono già in commissione banche

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzo, 8 dicembre 2017 - Non ho nascosto niente alla commissione banche e se qualcuno insiste nell’insinuare che avrei detto il falso lo denuncio per calunnia. Stavolta il procuratore Roberto Rossi ha proprio perso la pazienza e l’irritazione trapela da ogni riga della lettera alla commissione banche con la quale risponde alle sollecitazioni del presidente Pierferdinanzo Casini. A sua volta messo in moto dal senatore di «Idea» Andrea Augello, uno dei grandi contestatori di Rossi in questi giorni e protagonista nelle dichiarazioni alle agenzie di ieri della nuova bufera che si scatena.

Chiusa appunto a sera dalla lettera del procuratore. Augello prende spunto dalle anticipazioni che negli ultimi due giorni Qn-La Nazione e Repubblica hanno dato a proposito di due filoni di indagine toccati da Rossi nel corso della sua audizione: quello per bancarotta (ma senza indagati) relativo alla consulenze per 13 milioni che la banca ha affidato, secondo quanto accertato dalla Finanza, negli ultimi due anni (2013-2014) prima del commissariamento, e l’altro sul falso in prospetto e il ricorso abusivo al credito relativo all’emissione delle subordinate.

In tal senso, come rivelato anche dal nostro giornale, esiste un’informativa della Guardia di Finanza, trasmessa alla commissione di inchiesta, in cui si fa riferimento a un verbale del Cda Etruria del 15 marzo 2013. E’ la seduta in cui il consiglio affida al direttore generale Luca Bronchi un’ampia delega per la redazione del prospetto di accompagnamento dei bond che sembrerebbe alleggerire la posizione dei consiglieri, compreso Pierluigi Boschi. La Nazione ne ha riportato ieri ampi brani.

Di buon mattino Augello legge e cade dalle nuvole: questo è un nuovo blocco d’indagine di cui Rossi non aveva parlato dinanzi alla commissione, dichiara alle agenzie. Di qui la richiesta di chiarimenti a Casini e la sollecitazione del presidente al procuratore, con risposta (la lettera) a stretto giro di posta. Il capo dei Pm aretini è palesemente imbufalito con Augello, anche non parla al di là del testo scritto inviato a Casini.

In effetti, del filone consulenze aveva riferito nella parte secretata della sua audizione di giovedì e dell’inchiesta per falso in prospetto aveva detto sempre in intervento segreto. L’elenco completo dei fascicoli, scrive a Casini, è già stato consegnato alla commissione dalla Guardia di Finanza, nell’audizione ho «espressamente precisato» che oltre ai procedimenti già in udienza preliminare o a processo (la bancarotta per le sofferenze e le truffe sulle subordinate Ndr), ce ne erano altri ancora in fase istruttoria. «In particolare ho fatto espresso riferimento all’esistenza di indagini in corso sulle consulenze nonchè all’esistenza di altri filoni d’indagine ancora pendenti, rimettendomi alla commissione, ove avesse ritenuto opportuno formulare specifiche domande».

Detto fuori dai denti, Rossi chiama allo scoperto i membri d’opposizione della commissione che ora lo contestano: potevate chiedere chiarimenti e nomi ma non lo avete fatto. «Non posso che ribadire di aver risposto con lealtà e sincerità a tutte le domande poste nonostante la staordinaria complessità e mole del materiale al vaglio di questo ufficio».

Ed ecco la stoccata finale: «Va da sè che oogni ulteriore notizia strumentale e destituita di fondamento, tanto più se calunniosa, non potrà che impormi l’attivazione dei necessari strumenti di tutela nelle opportune sedi». E’ evidente la minaccia di una denuncia per calunnia nei confronti di Augello e di chi lo attacca. La guerra di Etruria continua.