Bancarotta Etruria, tutti i Vip disertano: l'ultimo Cda verso l'archiviazione?

Anche l'ex direttore generale Bronchi ha rinunciato all'interrogatorio, venerdì in teoria toccherebbe a Fornasari. Dietro l'angolo le richieste di rinvio a giudizio e archiviazione

Manifestazione risparmiatori Banca Etruria

Manifestazione risparmiatori Banca Etruria

Arezzo, 22 febbraio 2017 - Più che la sequenza di interrogatori attraverso i quali 22 eccellenti avrebbero dovuto cercare di salvarsi dal rinvio a giudizio, ormai assomiglia a un pezzo di teatro di Ionescoo di Beckett. Coi Pm del pool Etruria che continuano ad aspettare il Godot di qualcuno che accetti finalmente di sottoporsi a un esame domanda-risposta e i protagonisti che ad uno ad uno si sfilano.

L’ultimo è Luca Bronchi, l’ex direttore generale, che proprio ieri, tramite il suo avvocato Antonio Bonacci, ha fatto sapere in procura che nemmeno lui andrà sotto il fuoco di fila dei quesiti da parte dei magistrati. Come pure era in programma oggi da calendario. E lo stesso potrebbe fare nelle prossime ore l’ex presidente Giuseppe Fornasari, che da brogliaccio doveva essere sentito venerdì.

Niente di particolarmente sorprendente. E’ un po’ la tattica che gli stessi Bronchi e Fornasari avevano seguito nel filone dell’ostacolo alla vigilanza, dal quale peraltro sono usciti con un’assoluzione piena di cui si aspettano a giorni le motivazioni, cui sta lavorando il Gip Anna Maria Lo Prete.

L’ex Dg, fa sapere Bonacci, non ha niente da dire perchè la convinzione è che i Pm niente abbiano contro di lui e di conseguenza sta a loro la prossima mossa. Che inevitabilmente dovrebbe essere una richiesta di rinvio a giudizio per la quale si andrà in udienza preliminare probabilmente dopo l’estate. Ma prima bisogna aspettare l’esito degli ultimi interrogatori da calendario, quelli di Natalino Guerrini, ex vicepresidente, lunedì, di Rossano Soldini e Ugo Borgheresi, responsabile dell’area finanza della banca, martedì. Più un altro ex consigliere, Alberto Bonaiti, e altri due dirigenti, Federico Baiocchi e Sergio Bertani.

Finora è stata partita nulla, nel senso che il massimo che il pool è riuscito a spuntare sono state alcune memorie scritte depositate dall’ex consigliere Giovan Battista Cirianni e dall’ex vicepresidente vicario Giovanni Inghirami. Un altro ex Cda come Augusto Federici, capo dell’impero Sacci, che a Etruria ha lasciato la sofferenza maggiore, 62 milioni, ha anche lui rinunciato in extremis.

Con le richieste di rinvio a giudizio, i Pm potrebbero presentare anche quelle di archiviazione per un altro filone di bancarotta, quello della liquidazione di Bronchi, 700 mila euro netti. Qui infatti il Gip Lo Prete ha corretto l’impostazione iniziale della procura: responsabili del reato sarebbe non l’intero ultimo consiglio, compreso il più noto di tutti, ossia Papà Pierluigi Boschi, ma solo quelli che trattarono direttamente la buonuscita, dunque Bronchi da un lato e l’ultimo presidente Lorenzo Rosi dall’altro. Il pool, che inizialmente aveva iscritto il Cda quasi al completo, ha davanti due strade: accettare l’impostazione del Gip o andare dritto, a rischio però di scontrarsi poi col giudice in udienza preliminare. L’impressione è che verrà accolto il cambiamento di rotta.

di Salvatore Mannino