BancaEtruria/UBI: "Preoccupazione dopo l'incontro di ieri a Bergamo"

"Dalla prima riunione, ci aspettavamo informazioni molto più dettagliate in merito alla chiusura delle filiali" spoega il sindacato Fabi

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Arezzo, 7 luglio 2017 - Passaggio di Banca Etruria ( e le aziende partecipate, assieme a Banca Marche e CariChieti) al gruppo Ubi dopo la convocazione di ieri a Bergamo dei sindacati per il primo incontro sull’aggiornamento del Piano industriale 2019/2020. Sul tavolo temi come la chiusura delle filiali, gli esuberi, le esternalizzazioni, le direzioni territoriali, il nuovo modello di filiale, il passaggio di lavoratori alla società Ubiss sistemi e servizi. La vertenza sarà un cammino decisamente lungo e che dovrebbe impegnare per qualche mese le delegazioni. La prossima settimana, martedì alle 11,30 in via Calamandrei,  l’incontro con il Comitato azzerati dal salva-banche,  "Restano le perplessità e le preoccupazioni, dopo il primo incontro a Bergamo fra UBI Banca e i sindacati del "nuovo" Gruppo, comprese quindi le delegazioni di BancaEtruria, Banca Marche e CariChieti. Un primo incontro che ha rischiato di saltare, dopo l'iniziale chiusura da parte aziendale alle delegazioni sindacali allargate; chiusura che però è stata risolta in extremis grazie alla forzatura della FABI, il primo sindacato in UBI e nell'intero settore dei bancari a livello nazionale - spiega la Fabi, sindacato autonomo, è il primo sindacato - per numero di iscritti - a livello nazionale - Dalla prima riunione, ci aspettavamo informazioni molto più dettagliate in merito alla chiusura delle filiali (40 solo in BancaEtruria), alla sorte degli uffici della direzione generale di Via Calamandrei, alla dislocazione delle direzioni territoriali, alle motivazioni che hanno portato a scegliere Roma come sede della Macro Area di Toscana-Lazio-Umbria, all'impatto per l'occupazione e per il territorio del nuovo modello di filiale, al futuro di Etruria Informatica e di BAP Assicurazioni. Ed invece dovremo attendere i prossimi appuntamenti, che probabilmente si succederanno per tutto luglio e poi tra settembre e ottobre". "Non solo, ma sul personale, abbiamo appreso con preoccupazione che - oltre ai nuovi 340 esuberi da gestire con i prepensionamenti di settore - le ulteriori 1.318 "risorse" in eccesso sono lavoratori e non FTE - Full Time Equivalent, un'unità di misura con la quale si indica il costo equivalente ad un dipendente. Come si capisce, c'è un'enorme differenza fra i due concetti: da una parte persone vere e proprie da "far uscire" dal Gruppo bancario, dall'altra costi da ridurre, attraverso strumenti concordati. Semplicemente irricevibile è per la FABI tale misura.  Insomma, il primo impatto non ci è piaciuto e quello che ci aspetta desta più di qualche preoccupazione. Dopo tutti i sacrifici che ha fatto il personale del Gruppo Etruria, puntualmente ricordati dalla FABI ai vertici della banca a Bergamo, che non pensi l'azienda di cavarsela a buon mercato sulla nostra pelle".