Baldaccio a un passo dal Comune: le mosse per salvarlo dopo il passaggio

Domani una prima evoluzione in consiglio comunale. L'azzeramento dei posti in via Petrarca crea la condizione prevista ma mai verificatasi

Il parcheggio Baldaccio

Il parcheggio Baldaccio

Arezzo, 23 luglio 2017 -  Il gigante comincia a rimettere fuori la testa. Il gigante da mille posti, il parcheggio che gli aretini non hanno mai amato: e che tuttora continuano a «premiare» con ricavi da sosta breve che più o meno si attestano intorno ai 70 euro al giorno. Praticamente niente. Però il Baldaccio comincia a vedere la famosa svolta.

Domani in consiglio comunale. Sintesi? «Parziale risoluzione anticipata consensuale». Ma nella sostanza le notizie che filtrano sono di un accordo quasi fatto per riportare il parcheggio al Comune con anni di anticipo. Il vento sta girando. E a questo punto si apre la partita più importante: capire come rimettere quel parcheggio al centro del villaggio.

Intorno qualcosa è già cambiato. L’azzeramento dei posti in via Petrarca crea quella condizione che in teoria avrebbe dovuto accompagnare l’apertura tanti anni fa del Baldaccio. Poi era mancato il coraggio di chiudere tutti i posti a raso nè la città lo avrebbe voluto. Ma di sicuro questo non ha mai alimentato gli ingressi al Baldaccio.

Poi c’è tutta la questione infrastrutturale. Con l’arrivo dei milioni straordinari dello Stato, entrerà presto nella fase operativa la seconda canna del Baldaccio, in questo caso sottopasso. Una mossa che aprirà un altro accesso al centro. Un’occasione per ridargli fiato.

Intanto da anni si inseguono i progetti per recuperarlo. L’Atam, che ne ha la gestione provvisoria ormai dal 1° luglio del 2014, ha sempre confermato che uno dei passaggi strategici sarebbe stato l’utilizzo degli immobili di superficie. Da soli in grado di trainare una domanda di posti quantomeno superiore a quella di oggi. Il resto sarebbe appeso ad una spirale virtuosa quanto scontata. Rimanendo non vuoto ma quasi è chiaro che il Baldaccio è stato costretto ad una politica dei prezzi non popolari ma addirittura stracciati. Se davvero i posti a rotazione dovessero impennarsi, a quel punto anche la tariffa oraria potrebbe assestarsi su altre quote. C’è perfino chi ipotizza a quel punto la riapertura anche del secondo piano-