Autobus, si moltiplicano le aggressioni: clima sempre più teso, protestano gli autisti

I controllori lavorano ormai in squadre di tre o quattro. Il nodo delle linee verso i centri di accoglienza. Casi di minacce: "Ti ho visto in giro con tuo figlio, sai?"

I controllori in azione

I controllori in azione

Arezzo, 22 novembre 2017 - Non parlate al conducente. E possibilmente evitate anche di strattonarlo e di offenderlo. Perché ultimamente nei tranquilli autobus aretini scorre un film diverso dal solito. «Ormai gli episodi si inseguono: quasi uno al giorno». Alfonso Mazzi è da 30 anni alla guida dei pullman oltre che sindacalista attivissimo della Uil. «Aggressioni, male parole, minacce».

Minacce sottili ma che fanno male lo stesso, forse di più. «Ti ho visto, sai, in giro con la tua bambina»: l’autista della linea 21 se lo è sentito dire pochi giorni fa a bordo da un passeggero privo di biglietto. «Un extracomunitario: i più sono tranquilli ma dobbiamo fare i conti con gruppi etnici che si muovono in squadra e a volte si sentono addosso quasi una forma di impunità».

Gli ultimi episodi sono stati trai più eclatanti. Sabato sulla 11, la linea di Frassineto, una donna che si scaglia sull’autista e la prende a male parole perché voleva scendere tra due fermate: uno strattone alla spalla, la mano che tiene il volante per fortuna regge e riesce a fermarsi, dei passeggeri che la difendono, uno sputo rivolto alla conducente.

«Preferisco non parlarne – ci spiega Chiara, la conducente del mezzo – lo farò nei prossimi giorni con l’azienda». Una settimana prima il pugno dato a San Lorentino dall’esterno al vetro dell’ingresso passeggeri: era un pullman che andava al deposito e in un giorno di sciopero, ma quel vetro è stato sfondato e l’autista non ha passato un bel momento. «Un’altra mia collega – racconta ancora Mazzi – si è ritrovata con le luci interne non funzionanti e il coro delle offese pesanti dall’interno».

Un quadro che dalla Cgil conferma sostanzialmente anche Luigi Mori. «Non siamo arrivati per fortuna ad episodi gravi come quello nel senese, addirittura con tanto di accoltellamento: ma la tranquillità di un tempo non c’è più e vogliamo impedire che si vada oltre».

In questo campo la Tiemme, ci dicono, è impegnata al loro fianco. «Ogni mese c’è un tavolo di confronto sulla sicurezza: i nuovi episodi e le possibili risposte». Una su tutte: rafforzare la cabina dell’autista. «Dobbiamo metterlo in sicurezza ma anche impedire che in un pullman di 50 passeggeri tutti rischino grosso». Specie nelle linee extraurbane, dove lo spazio guidatore è più aperto.

«Ci sono linee dove un tempo i passeggeri erano fissi: sempre loro, facile evitare problemi. Ora con gli stranieri ci sono zone spesso disertate in passato dove di colpo salgono 15 persone. Specie di domenica quando facciamo i servizi sostitutivi della ferrovia. E’ più difficile prevenire eventuali disagi». Secondo Mazzi tra le linee più critiche la 11 verso Frassineto e Rigutino, quella per Castiglion Fibocchi.

«Spesso coincidono con i centri di accoglienza» Ma non solo: tra gli ultimi casi sulla 9 per Pratantico, uno scoperto senza biglietto che reagisce con insulti e proteste. I controllori ormai vanno in squadra. «Da soli non ce la fanno a gestire certe situazioni». Tre o quattro insieme. «E il sistema – precisa Mori – funziona anche sui bilanci: in un anno è stato recuperato quasi un milione di evasione». Tra le richieste collegamenti diretti con le forze dell’ordine, preziosi specie in certi orari di fine giornata. «Chiediamo solo di lavorare più tranquilli». Disposti, nel caso, anche a continuare a parlare con i passeggeri: basta che restino solo parole.