Assalto da film in gioielleria: caccia a una banda Sinti FOTO

Indagini a Cortona dopo il secondo colpo ai danni di Parati: nel mirino 5 persone, inquadrate dalle telecamere. Bloccato il fumo di emergenza con lo stucco

Assalto alla gioielleria

Assalto alla gioielleria

Arezzo, 18 ottobre 2017 - Assalto alla gioielleria con tanto di sbarramento della strada e fumogeni. Le indagini dei carabinieri vanno avanti in maniera serrata. C’è massimo riserbo sugli sviluppi, ma la sensazione è che ci siano piste concrete. Il cerchio si stringerebbe su un’unica banda, probabilmente sinti che imperversa tra Umbria e Toscana.

Mentre cresce l'allarme a Cortona: i commercianti chiedono provvedimenti urgenti, nei prossimi giorni ci sarà un confronto con il sindaco. In testa c'è la richiesta di un rafforzamento della videosorveglianza.

IL COLPO. In balìa dei ladri: anzi di veri e propri banditi, almeno in base alla tecnica di assalto che continuano ad usare. Per la seconda volta in pochi mesi, il colpo precedente era a giugno, hanno puntato la gioielleria Parati di Cortona.

In piena  notte hanno chiuso Rugapiana a nord e a sud con fumogeni e un cordolo divisorio realizzata con i sacchi della spazzatura. Poi sono entrati con il piede di porco e le mazze, hanno fatto razzia, la fuga.

Bottino finale: circa 100 mila euro. In due tornate, i soliti ignoti, ripresi dalle telecamere interne con tute nere, volto mascherato e lucine, hanno portato via oltre duecentomila euro.  I banditi sono gli stessi del 26 giugno? Andrea Parati, uno dei titolari della prestigiosa vetrina, dice che confrontando le immagini gli pare che almeno uno abbia la stessa struttura fisica filiforme di allora, anche i vicini  giurano che una sagoma è molto simile.

Certo le somiglianze fra i due blitz sono impressionanti: anche a giugno il colpo avvenne nella notte fra la domenica e il lunedì, anche a giugno il colpo andò a segno fra le 3 e le 4 del mattino, anche a giugno via Nazionale fu bloccata nei due sensi per ritardare i carabinieri.

Stavolta, i soliti ignoti hanno usato una transenna e i sacchi dei rifiuti. Poi hanno avuto una ventina di minuti per entrare dentro la gioielleria, prendere di mira le teche, spaccarle a mazzate e fare manbassa, mentre scattava l’allarme.

I ladri sono invece riusciti a bloccare l’emissione di fumo collegata all’impianto di sicurezza. Hanno stuccato la sorgente. Quindi la fuga attraverso i vicoli. La prima auto dei carabinieri è arrivata in tempo per vederli che si dileguavano verso la campagna, ma troppo tardi per intercettarli. Inutile dire della rabbia del proprietario: si era organizzato per migliorare l’impianto di allarme e  installare una telecamera esterna. Non ha fatto in tempo ad avviare i lavori, «Così non ci sentiamo più sicuri», si lamenta Parati.