L'omicida sentito in carcere dal Pm: mi assumo la responsabilità. E' delitto premeditato

Il diciottenne non risponde alle domande ma fa verbalizzare una dichiarazione: mi dispiace ma indietro non si torna

Giacomo Ciriello

Giacomo Ciriello

Arezzo, 27 febbraio 2017 - «Mi assumo tutta la responsabilità di quello che ho fatto e me ne assumo le conseguenze, mi dispiace molto ma indietro non si torna». È la dichiarazione spontanea rilasciata da Giacomo Ciriello, il diciottenne di Lucignano (Arezzo) che durante la notte ha ucciso il padre 51enne Raffaele sparandogli al volto.

Il giovane, in carcere dalle prime ore di questa mattina ad Arezzo, in tarda serata è stato interrogato dal pm Laura Taddei che conduce le indagini sul delitto. Assistito dal suo avvocato Stefano Del Corto, si è avvalso della facoltà di non rispondere rilasciando tuttavia la dichiarazione spontanea. Per mercoledì prossimo è stata fissata l'udienza di convalida davanti al Gip Anna Maria Lo Prete del Tribunale di Arezzo.

Intanto proseguono le indagini sul delitto, si cerca di capire se si tratti di un delitto premeditato, sotto questo profilo i carabinieri stanno lavorando su un possibile gap temporale tra la lite e il delitto che potrebbe dare una svolta al caso. Ma fin da subito il Pm Taddei contesta l'omicidio aggravato dalla premeditazione, dal rapporto di parentela e dai futili motivi. Un'accusa che in corte d'assise varrebbe una pena da ergastolo, ma sicuramente la difesa ricorrerà al rito abbreviato.