Scappò con 50 mila euro, "sono per i Pm": poliziotto a processo per corruzione

A Genova in aula il caso Incitti: gli affari sporchi di un agente dalla doppia vita. Fece credere a un imprenditore che i soldi fossero per il procuratore capo Carlo Scipio e Roberto Rossi

Incitti

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Arezzo, 1 novembre 2017 - SCAPPÒ con 50 mila euro che aveva ottenuto facendo credere di essere un emissario per conto dell’allora procuratore capo Carlo Maria Scipio, del suo sostituto e futuro successore Roberto Rossi e addirittura di un loro «superiore diretto di Firenze» per il quale è difficile pensare non si riferisse al procuratore generale dell’epoca presso la corte d’appello. Ora, a distanza di cinque anni e mezzo, quello che fu uno degli episodi più torbidi della recente storia giudiziaria aretina approda finalmente a processo. Imputato proprio lui, Antonio Incitti, poliziotto in servizio presso la squadra di Pg della procura, accusato di fronte al tribunale di Genova di induzione alla corruzione, uno dei due reati risultanti dallo spacchettamento della vecchia concussione. Prima udienza il 7 novembre.

Verrebbe da pensare a un altro caso di giustizia lumaca e c’è anche quella, perchè la procura del capoluogo ligure, competente per ogni situazione che coinvolga i magistrati del distretto toscano, anche quali semplici parti lese come qui, ci ha messo anni per venirne a capo. Ma soprattutto è una vicenda di conflitto fra Pm. Genova, infatti, un anno fa, aveva rispedito il fascicolo ad Arezzo: tocca a voi procedere. Invece il sostituto Julia Maggiore, cui è toccato in eredità il fascicolo, solleva un conflitto di competenza dinanzi alla cassazione: come possiamo essere noi, Pm aretini, a occuparci di un’indagine che riguarda un ex capo della procura e l’attuale procuratore? La suprema corte le dà ragione e torna tutto a Genova, dove finalmente, fra una settimana, si va in aula. Parti civili i magistrati di cui Incitti aveva millantato il nome, a cominciare da Roberto Rossi.

LA STORIA deflagra a cavallo della Pasqua 2012. Il poliziotto, uomo dalla doppia vita e dalle molteplici passioni, a cominciare da quelle per il calcio dilettantesco (fa anche il direttore sportivo) e le donne, con un tenore di vita decisamente al di sopra delle sue possibilità, sparisce: dal suo ufficio in procura e anche dal rapporto con la compagna. Si scoprirà poi che è partito in viaggio d’amore, con una nuova amica, per Istanbul. La convivente ufficiale si inquieta, comincia a tempestare i magistrati, fa qualche accenno ai soldi.

A COMPLETARE il quadro ci pensa l’imprenditore Aldo F., che dai pettegolezzi sulla fuga subodora di essere stato fregato e si presenta ai Pm. Ne viene fuori una storia mirabolante: Incitti lo aveva convinto ad anticipargli i 50 mila euro facendogli credere appunto che fossero destinati a Scipio, Rossi e al misterioso superiore, che gliene sarebbero stati grati in caso di eventuali guai giudiziari. Il tutto con una sorta di commedia dell’arte in cui il poliziotto recita da grande attore, persino telefonate mentre vengono prelevati i soldi nella sede storica di Banca Etruria in cui simula di parlare con i magistrati.

Il procuratore capo Scipio non ha dubbi: è concussione. Però non ordina l’arresto di Incitti perchè ritiene che la competenza sia di Genova, cui trasmette subito gli atti. Inutile dire che il fascicolo resta sepolto per 4 anni. Finchè lo scorso dicembre le carte non tornano ad Arezzo. Nel frattempo Incitti si è dimesso dalla polizia e ha cominciato una nuova vita. Ma i veleni continuano. La compagna racconta che si è fatto prestare una garconierre dicendole che era per Rossi. Ma dagli atti d’inchiesta risulta chela usasse lui. Ora il processo che si spera faccia finalmente un po’ di luce in tanto marciume.