Autopsia: bimba morta per il calore nell'auto, forse in meno di un'ora di sole

Mamma indagata per omicidio colposo ma si profila l'ipotesi di amnesia dissociativa. Probabile una perizia. Il Pm valuterà come proseguire l'inchiesta, potrebbe anche essere prosciolta

La piazza della tragedia

La piazza della tragedia

Arezzo, 9 giugno 2017 -  Arresto cardiocircolatorio compatibile con il colpo di calore: è questo il risultato dell'autopsia sul corpicino di Tamara, la piccola di 16 mesi trovata morta nell'auto della madre a Castelfranco due giorni fa. E' sempre più probabile insomma che sarebbe stato dunque il calore sviluppatosi nell'abitacolo della vettura parcheggiata al sole dove la mamma, Ilaria Naldini, indagata per omicidio colposo, l'aveva lasciata perchè convinta di averla accompagnata all'asilo, a causare la morte della bambina. Il referto dell'esame autoptico è già stato depositato in procura ad Arezzo e indica che non sono state riscontrate patologie particolari, né tracce di emorragia cerebrale. Ad eseguirlo sono stati gli esperti di medicina legale di Siena.

In base ad una ricostruzione ancora tutta da confermare la morte potrebbe essere sopraggiunta abbastanza velocemente. L'ipotesi che filtra è che sia bastata meno di un'ora di sole a picco, anche se si tratta di capire quando la posizione della piazza e della macchina abbiano creato effettivamente le condizioni per arrivare alla svolta fatale. 

È indagata per omicidio colposo Ilaria Naldini, la mamma 38enne di Terranuova Bracciolini che ieri ha dimenticato in auto Tatiana, la figlia di soli sedici mesi, morta dopo sei ore trascorse nell'abitacolo surriscaldato della Lancia Y posteggiata sotto il sole davanti al comune di Castelfranco di Sopra, dove la 38enne lavora. Il pm Andrea Claudiani ha iscritto la donna nel registro degli indagati, dopo averla sentita ieri, fino alle 21, nella caserma dei carabinieri, ma al momento ha escluso l'accusa di abbandono di minore.

Stando a quanto trapela da fonti vicine alla procura, più che di un interrogatorio, si è trattato di un colloquio portato avanti con molto tatto, date le condizioni psicologiche della 38enne, sostenuta dal marito Adriano Rossi e dall'avvocato Andrea Frosali. La donna avrebbe tenuto un atteggiamento collaborativo nonostante il dolore e avrebbe ricostruito la dinamica dei fatti con una chiarezza ritenuta dagli investigatori calzante con quanto riferito dai testimoni.

La 38enne, che lavora sia per il comune di Castelfranco sia per quello di Terranuova, avrebbe riferito di essere uscita di casa al mattino presto, di essere salita in auto con la piccola e aver proseguito per Castelfranco anziché lasciare all'asilo nido Tamara, che era sul suo seggiolino, così come faceva ogni giorno. Scesa dall'auto, posteggiata in piazza Vittorio Emanuele davanti al Comune, è entrata in ufficio, uscendone 6 ore dopo, intorno alle 14,15, con una certa premura perché convinta di dover andare a prendere la bimba al nido. Non avrebbe mai avuto dubbi di averla lasciata lì al mattino.

Salita in auto si è resa conto che invece dietro c'era Tatiana. È scesa e tra urla strazianti ha chiamato aiuto: i soccorsi sono risultati inutili. Adriano Rossi, padre della bimba e marito di Ilaria, fin da subito pur nella disperazione avrebbe avuto un atteggiamento protettivo nei confronti della moglie. La donna sarà sottoposta presto ad un esame psichiatrico per capire se, nel momento in cui ha dimenticato la bimba, potesse essere stata colpita da amnesia dissociativa come ipotizzano i sanitari.

Fosse così, la mamma diventerebbe non punibile, in base all’articolo 42 del codice penale: nessuno può rispondere di un reato di cui non aveva coscienza. E la giovane segretaria comunale mercoledì quando è uscita di casa quella coscienza potrebbe averla persa di colpo. Dirlo, però, tocca a uno specialista, uno psicologo o uno psichiatra. Probabile, dunque, che presto il Pm Claudiani si affidi alla perizia di un esperto. Se dovesse arrivare la conferma della sindrome dissociativa, si andrebbe probabilmente verso una richiesta di archiviazione.

Alla base il precedente di Piacenza. E’ quello di Andrea Albanese, un babbo che nel 2013 fu protagonista di un caso analogo. Ebbene, un anno dopo, nel settembre 2014, il Gip lo prosciolse dalle accuse: soffriva di sindrome dissociativa, la motivazione.

«Ilaria è indagata per omicidio colposo. Capiamo come sia, allo stato, un atto dovuto. La difesa tuttavia lavorerà per riportare questa tragica vicenda nella sua giusta luce, come son certo faranno anche tutti gli altri operatori di giustizia» dice l'avvocato Andrea Frosali, il legale che rappresenta la mamma della piccola Tamara.

La vicenda umana di Ilaria e Adriano e della piccola Tatiana ha sconvolto l'intera vallata. Il sindaco di Terranuova e il collega di Castelfranco hanno espresso vicinanza alla famiglia così duramente provata dal dolore. L'amministrazione di Terranuova ha deciso di rimandare a data da destinarsi una manifestazione che doveva tenersi domani. «La nostra città è stata colpita da un grave lutto, un dolore infinito - dice il sindaco Sergio Chienni - Chi conosce Ilaria sa quale è la sua dedizione verso la famiglia e verso la comunità. Questo è il momento del silenzio e della vicinanza a tutti i familiari della piccola Tatiana. È difficile anche solo immaginare la disperazione che stanno vivendo. Ci stringiamo intorno a loro e faremo tutto il possibile per stargli vicino».

Intanto sulla vicenda interviene Gianni Melilla, deputato di Mdp, primo firmatario della proposta di legge che renderebbe obbligatorio il sistema «salva bimbi» per le auto. «Purtroppo - commenta - queste tragedie si susseguono senza che Governo e Parlamento abbiano sinora avuto il senso di responsabilità di approvare la mia proposta che rende semplicemente obbligatorio l'installazione di un sensore acustico che segnala a motore spento la presenza di bambini nel seggiolino. Ho presentato due anni fa una proposta di legge semplice e risolutiva», doveva essere «approvata da tempo». Il fatto che il Governo e la maggioranza non abbiano avuto la sensibilità sinora di approvare quella proposta o quantomeno, di inserire in una delle tante proposte di legge questa semplice norma, è molto grave«.