"Quel furgone correva verso di noi": i due fidanzati raccontano l'orrore di Barcellona

La corsa disperata, le immagini di chi veniva travolto, il tuffo nel negozio, la saracinesca chiusa alle loro spalle. "Basta, torniamo a casa: qui non ci stiamo più"

I due ragazzi valdarnesi, Niccolò e Irene

I due ragazzi valdarnesi, Niccolò e Irene

Arezzo, 19 agosto 2017 - «Quel furgone veniva verso di noi». Scossi, sconvolti, frastornati: Niccolò Vannini e la fidanzata Irene Forni, i due fidanzati di 23 anni di Piandiscò testimoni dell’attentato di giovedì a Barcellona, stanno per tornare a casa. Con la loro angoscia dentro, che all’indomani delle frasi postate su Facebook hanno raccontato al nostro collega Alessandro Forni.

A parlare è Niccolò, troppo provata Irene per ripercorrere quei momenti. Il tempo di disfare i bagagli in hotel e via verso la rambla, un’occhiata alla vetrine e poi il rumore e le urla di disperazione a una decina di metri: «Una sensazione che ancor oggi – spiega Niccolò – è difficilissimo descrivere. Soprattutto il momento in cui abbiamo visto venire giù verso di noi il furgone. Una follia. Ricordo la paura e il cuore in gola, la preoccupazione per Irene. E poi i bambini e la gente che scappava».

Poi quel benedetto negozio che ha aperto le porte ai fuggitivi. «Siamo stati fortunati a entrare dentro il locale: appena all’interno è stata tirata giù la saracinesca. E’ stata la nostra ancora di salvezza». E lì sono rimasti per ore, mentre imperversava la caccia agli autori dell’attacco e si susseguivano le voci, poi smentite, di un terrorista asserragliato in un ristorante vicino.

Solo grazie a un poliziotto spagnolo che ha prestato loro il cellulare i ragazzi hanno potuto contattare le famiglie. Hanno deciso subito di tornare subito in Italia. «Ripartiamo immediatamente, stiamo facendo le valigie, i nostri parenti si sono adoperati per trovarci un volo di rientro nel pomeriggio».

IL RACCONTO DI IERI. Sono tanti gli aretini che erano a Barcellona nel pomeriggio dell'attentato sulla Rambla. Fra loro Niccolò Vannini e Irene Forni, due ragazzi di Piandiscò che erano appena arrivati nella metropoli catalana e che, stando almeno alla loro testimonianza, erano tra i più vicini al'area in cui è avvenuto il massacro, nel cuore della città.

Irene e Niccolò erano arrivati a Barcellona in mattinata e nel pomeriggio erano scesi in pieno centro per lo shopping. L'attentato li ha sorpresi intorno alle cinque del pomeriggio in un negozio. I ragazzi non dicono se si affacciasse direttamente sulle Ramblas ma pare che fosse quantomeno vicino perchè Irena ai familiari ha raccontato: "Siamo usciti perchè abbiamo sentito un gran trambusto, sirene, gente che urlava ed è stato allora che ci siamo resi conto della tragedia. In terra, per la strada c’erano morti e feriti dappertutto. Voglio tornare a casa, trovatemi un aereo. Per ora dobbiamo stare dentro. Non ci fanno uscire”.

Par di capire dunque che Irene e Niccolò fossero all'interno della zona rossa isolata dalla polizia attorno alle Ramblas e dalla quale la gente, compresi i turisti, è stata fatta defluire solo intorno alle 8 di sera, perchè la polizia era impegnata in un blitz a caccia dei terroristi. 

Niccolò ha poi raccontato tutto su Facebook: “Ciao a tutti abbiamo purtroppo assistito alla tragedia con i nostri occhi ma siamo siamo stati fortunati e veloci a rifugiarsi all’interno di un negozio in cui ancora siamo in attesa che la polizia ci dia la possibilità di uscire. Siamo spaventati ma stiamo bene"