Area Lebole, fumata bianca: accordo tra Comune e proprietà, il progetto riparte

Confermati il raddoppio del raccordo e il passaggio pedonale con il centro affari, flessibilità sugli spazi commerciali ma mantenendo gli stessi volumi

L'area in degrado della Lebole

L'area in degrado della Lebole

Arezzo, 18 gennaio 2018 - Niente colpo di spugna o, se preferite, di cimosa. Hanno ammazzato l’area Lebole, l’area Lebole è viva. Viva sotto il colpo da ko del ritiro di Esselunga, che nei fatti ha allungato il percorso e creato ostacoli alti come il muro nei concorsi ippici in piazza di Siena. Ma viva. «Il nostro obiettivo è salvare il salvabile» aveva commentato a fine anno il sindaco Ghinelli su uno dei punti più caldi per il futuro della città. E ora la fumata bianca c’è.

«Con il proprietarioMarco Carrara c’è ormai un’intesa». La conferma arriva dall’assessore all’urbanistica Marco Sacchetti, che proprio insieme al sindaco conduce il timone sulle aree strategiche. «Abbiamo messo dei punti fermi e sulla base di quelli ora possiamo procedere». Due punti fermi su tutti.

Uno quello più caro al Comune: la conferma della trasformazione viaria intorno all’industria delle ex leboline. In particolare il raddoppio del tratto di raccordo che va sostanzialmente, metro più metro meno, dal Truciolini fino all’ingresso in città. Una previsione che poteva essere messa seriamente in discussione, proprio alla luce di un potenziale impoverimento commerciale dell’area al passo indietro del partner più prestigioso nel campo della grande distribuzione. E invece no. Con Carrara a confermare l’investimento previsto in questo campo. E il Comune a fare lo stesso.

«Un intervento – precisa Sacchetti – che prevede anche un ruolo fattivo da parte di Arezzo Fiere». Posizione confermata dal presidente Andrea Boldi. «La convenzione iniziale vedeva e vede una nostra partecipazione in termini economici: sia sulla trasformazione del raccordo sia nel nostro interesse di un’uscita diretta dal polo espositivo nella direzione del casello».

Insomma l'area degli affari ha un forte interesse specifico su quel progetto, se non altro sul piano della sosta. Il progetto prevede infatti anche un collegamento pedonale tra Lebole e Centro Affari, voluto personalmente dal sindaco. Nell’accordo il Comune dovrebbe anticipare una parte delle risorse necessarie per cominciare a intervenire in attesa di recuperarle in una seconda fase? Sembra un’ipotesi sul piatto: comunque nei prossimi giorni dovrebbe esserci un confronto tra lo stesso Boldi e Ghinelli. Però i tempi sono stretti.

«Credo – conferma l’assessore – che ci siano le condizioni per far partire l’intervento nel 2018». Se non altro con l’appalto se non addirittura con i lavori. L’altro punto fermo interessata direttamente alla proprietà: che ha avuto semaforo verde su una maggiore flessibilità dal punto di vista edificatorio. «Il volume complessivo e il tipo di progetto rimarranno uguali – chiude Sacchetti – ma all’interno saranno possibili anche soluzioni diverse».

O anche no se dovesse andare in porto un accordo con un marchio di livello europeo sul piano della grande distribuzione: tipo Carrefour, anche se poi il nome non ha mai trovato conferme ufficiali. Invece sì se al posto del gigante dovessero emergere accordi con strutture più contenute: l’accordo ora consente di frazionare i volumi previsti e a quel punto il risultato finale sarebbe quello di un centro commerciale più articolato di quanto non fosse previsto all’inizio, bloccato com’era sostanzialmente su tre marchi forti.

L’importante è far ripartire la clessidra. In ballo non c’è un supermercato o un punto vendita ma il recupero di un’area imprescindibile per la città: congelata da anni, insieme ai capitali di chi con coraggio ci aveva investito. L’una e gli altri aspettano solo di essere rinfrescati: meglio se non da un colpo di spugna.