Arezzo, 25 aprile 2014 - Prima di aggredire alle spalle il giudice Carlo Breggia, con un coltello tra le mani, aveva messo le mani al collo dell'infermiera che lo assisteva a casa. L'episodio però non sfociò in una denuncia ed emerge solo adesso dalle indiscrezioni sull'inchiesta condotta dalla procura di Genova.

I fatti li ricorderanno in molti e successero un anno fa, l'8 marzo 2013, in un bar del centro di Montevarchi dove il magistrato era andato a fare colazione. Liliano M., 60 anni, da sempre o quasi affidato in cura ai servizi psichiatrici del Valdarno, lo aspettava con la lama, pronto a colpirlo. Fu la prontezza di riflessi del titolare del Bar Dudù, in pieno centro, ad evitare guai peggiori. Saltò sull'esagitato, di cui Breggia era il giudice tutelare, e lo disarmò prima che potesse provare a colpire.

L'inchiesta, dopo i primi atti di urgenza, passò alla procura di Genova, competente per i reati commessi o subiti dai magistrati della Toscana. Lì il reato è stato derubricato da tentato omicidio in minaccia a mano armata ma non è comunque punibile. La perizia psichiatrica, infatti, ha stabilito la totale incapacità di intendere e di volere del protagonista.

Liliano M, è stato dichiarato anche socialmente pericoloso e quindi rinchiuso nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo. Nel frattempo è emerso che circa un mese prima aveva aggredito in casa anche l'infermiera. Un vero tentativo di strangolamento? Difficile dirlo con certezza, anche perchè non c'è mai stata alcuna inchiesta. La donna fece rapporto sull'episodio, ma si decise di chiudere un occhio viste le condizioni del protagonista.