Arezzo, 24 aprile 2014 - La crisi non risparmia nessuno. Neanche la Despar. Lei, uno dei giganti della grande distribuzione aretina, un fenomeno negli anni per la capacità di crescere e di svilupparsi fino a coprire varie regioni. Il primo allarme era arrivato dagli scaffali: in una parte dei punti vendita parzialmente vuoti, certo ben diversi dalla varietà che in genere aveva contraddistinto questo marchio.

l gruppo è alle prese con guai di natura finanziaria che hanno portato a un insufficiente approvvigionamento di alcuni supermercati e punti vendita, causa problemi di pagamento dei fornitori. Una situazione per la quale l'azienda ha pronto un piano per rispondere all'emergenza. Un quadro tenuto sotto occhio costante dai sindacati. Un primo incontro c'era stato due settimane fa e nel quale erano arrivate precise garanzie, anche sul piano della tenuta occupazionale. Un secondo incontro l'altra sera. E in effetti per ora dall'azienda arrivano segnali tranquilli. In attesa che la situazione riesca a chiarirsi definitivamente.

Sono 500 i dipendenti con il fiato sospeso nei tanti punti vendita disseminati in Toscana, Umbria, Lazio e pure in Liguria ma c'è un piano industriale quasi pronto. A oggi, però, prevale l’ottimismo, come traspare dalle poche parole pronunciate da Claudio Giannetti: «L’azienda — dice — sta definendo un piano industriale serio e ragionato, siamo agli ultimi dettagli e nella settimana prossima ne daremo conto in modo più definito».

I capisaldi del piano consisterebbero nella leva della dismissione di alcuni immobili per ridurre la parte debitoria. Non si prospetterebbe invece alcuna chiusura di punti vendita, né tantomeno un taglio del personale. La società, tra l’altro, ha sempre onorato puntualmente gli stipendi, anche quando la stretta della congiuntura si è fatta più pressante. 

Il timore dei sindacati è naturalmente anche sui tempi di questa situazione difficile. Da qui la decisione di intensificare gli incontri: prossimo incontro già tra una decina di giorni.