Arezzo, 23 aprile 2014 - "Gli avevo chiesto di lasciar stare: la macchina gli si era rotta ed era tardi. Non si è fermato: ma forse era destino così". Il babbo di Mirko Lombardi, morto cadendo con l'aereo a Bettolle, racconta il suo enorme dolore. "MI ha chiamato, l'ho aiutato, ci siamo salutati: voglio ricordarlo così". Una morte terribile ma "forse se avesse potuto  scegliere era così che avrebbe voluto morire".

Intanto il corpo è rientrato: il magistrato ha disposto venisse restituito alla famiglia, non c'è bisogno di autopsia o di aprire fascicoli. Oggi è stato ricomposto nelle camere mortuarie della Gruccia: e alle 15 è iniziato il funerale, a San Leolino, lì dove era nato e dove vive la sua famiglia. Lì dove la gente continua ad arrivare per una parola, un abbraccio una carezza. Un mare di gente: si stima almeno mille persone, un abbraccio straordinario ai parenti e agli amici. Impressionante il colpo d'occhio del paese con auto parcheggiate ad un chilometro dalla chiesa. Commosso il saluto del parroco, don Pierluigi Cetoloni

Era morto sul colpo, come è quasi fatale quando sei alla guida di un aereo che precipita. Era morto a ridosso di Bettolle, vicino all'aviosuperficie del centro senese, a 150 metri dalle case e a ridosso della provincia di Arezzo. Un giovane di 35 anni: si chiamava Mirko Lombardi, un appassionato dei velivoli, tanto che non solo li pilotava ma in buona parte li costruiva, almeno nelle parti delle ali e della fusoliera. Aveva una figlia di due anni.

Era nato per l'appunto a San Leolino e risiedeva con la sua famiglia a La Torre di Mercatale, nel comune di Bucine. Era decollato da pochi minuti dall'aviopista in località Essesecco, dove teneva l'ultraleggero di sua proprieta' quando, per cause ancora da accertare, avrebbe perso il controllo del velivolo durante alcune manovre.

Sulla dinamica stanno indagando i carabinieri della compagnia di Montepulciano che stanno ascoltando  quanti hanno assistito all'incidente. Mirko, che aveva il brevetto di pilota dal 1998, era molto esperto.

Mirko era partito di mattina dal Valdarno, in macchina, per raggiungere l'aviosuperficie di Bettolle, lì dove teneva da sei mesi il suio apparecchio. I problemi tecnici si sarebbero creati subito, poi il mezzo è precipitato, inarrestabile. 

In coda ad un vero e proprio appuntamento con la morte. Il trentacinquenne si era fermato ad Ambra per prendere un caffè ma il motore della sua auto aveva avuto un guasto. Invece di rinunciare al volo di Pasquetta, Mirko ha chiamato il padre che con i morsetti gliel'ha fatta ripartire. E che lo ha accompagnato a Bettolle.

La tragedia davanti agli occhi  di alcuni giocatori di golf (il campo si trova vicinissimo) e agli abitanti di alcune case che si trovano a meno di duecento metri

La notizia in breve è arrivata in Valdarno, lasciandosi alle spalle una lunga scia di dolore. Mirko era diventato famoso nella sua zona. In tanti avevano provato l'ebbrezza del primo volo proprio con lui. E la sua passione nel costruirli e nell'assemblarli era finita spesso anche al centro della cronaca.

Con lui sempre il babbo, Giuseppe, anche lui falegname e che lo affiancava nelle sue grandi passioni, a cominciare da quella del volo e della costruzione di piccoli aerei. E spesso anche la sua compagna Francesca lo seguiva volentieri nei suoi viaggi e nelle sue piccole avventure. 

Uno dei suoi maestri era stato Roberto Acanti, detto il "Canarone" per il colore giallo dei suoi velivoli. Era morto pochi anni fa, anche lui cadendo alla guida di uno dei suoi velivoli. E lo stesso Lombardi aveva avuto più di un incidente, il più grave a Cecina quando l'aereo gli aveva praticamente preso fuoco e dove si era salvato con un atterraggio di fortuna. Poi la tragedia.