Arezzo, 19 aprile 2014 - 121 dipendenti in mobilità con il destino appeso a un filo. Sono quelli della Konz che da ieri sono tutti in mobilità. La Konz, era noto da tempo, aveva fatto richiesta di concordato preventivo, nel frattempo i dipendenti, dislocati nei punti vendita di Arezzo ma anche in quelli di Firenze, Livorno, Grosseto, Viterbo e Perugia, erano stati messi in cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività, una misura che sarebbe scaduta il 28 aprile.


L’accordo sulla mobilità si è reso necessario perché prima della data di scadenza ci sarà un altro appuntamento, importantissimo, in tribunale, come spiega Marco Guadagni della federazione del commercio della Cgil: «Il piano per il concordato preventivo è stato messo in votazione dai creditori, dieci giorni fa c’è stata l’ultima udienza e il giudice ha ritenuto congrue le cifre presentate. Le operazioni si chiuderanno alla mezzanotte di martedì prossimo, quindi mercoledì sapremo il risultato. Da parte nostra ci aspettiamo che il piano presentato permetta di riassorbire il maggior numero di lavoratori possibile, ci sono infatti due società interessate a rilevare i rami di azienda ed è su loro che i lavoratori ripongono le loro speranze. Non è realistico sperare che vengano riassorbiti tutti i dipendenti, in questa fase la priorità è aspettare che il concordato venga approvato, in caso di fallimento, infatti, i crediti da lavoro dipendente non sono garantiti al 100%, mentre in una procedura di concordato vengono recuperati per intero».


Si chiude così una storia, quella della famiglia Konz, cominciata addirittura nell’Ottocento. Prima una bottega in centro ad Arezzo e poi il successivo allargarsi alla Toscana e oltre, basti pensare che nel momento di massima espansione Konz ha potuto contare 54 punti vendita tra Toscana e alto Lazio, anni di prosperità e poi il declino.
Un pezzo di storia che se ne va, schiacciato da una crisi che non lascia più scampo a nessuno: «Da un lato c’è il calo generale dei consumi — continua Guadagni — che ormai ha intaccato anche quelli alimentari, per dire di quanto grave sia la situazione. Dall’altro il sistema bancario ormai ha chiuso i cordoni della borsa e questo è un grosso problema per le aziende medio-piccole. Lo strumento dell’anticipazione bancaria era fondamentale per garantire la sopravvivenza di questo tipo di aziende. Dal momento in cui questa anticipazione l’imprenditore si trova in crisi di liquidità, non riesce più a far fronte ai crediti e questi sono i risultati. Oggi accade a Konz ma è accaduto a tante altre realtà e non è ancora finita. La grande distribuzione agisce per canali diversi, difficilmente avrà di questi problemi ma per i piccoli è ancora notte fonda».