Arezzo, 18 aprile 2014 - 110 MILIONI di euro. Sono quelli del fondo europeo per lo sviluppo rurale in arrivo per le aziende agricole in tutta la Toscana. Di questi, 20 milioni saranno destinati alle imprese aretine. Una boccata d’ossigeno attesa da tempo, come spiega il presidente di Coldiretti Tulio Marcelli: «Era una misura già in cantiere, sono risorse datate, messe a disposizione nello scorso piano di sviluppo che non erano state corrisposte per mancanza di fondi. Adesso che ci sono, andranno spese entro il 2015 e potranno così scorrere le graduatorie per i prossimi bandi di finanziamento».


Tecnicismi a parte, si tratta di una misura che arriva come la manna dal cielo per un settore che sta conoscendo nuova vita, grazie al ritorno alla terra anche dei più giovani, come certificato anche dagli ultimi dati sull’occupazione in provincia di Arezzo, che vedono aumentare gli impiegati del settore: «Questa misura — spiega ancora Marcelli — consente di finanziare investimenti per la diversificazione, come gli agriturismi, oppure gli interventi energetici che sfruttano fonti rinnovabili. Si traduce quindi in una grossa opportunità per tutti».


C’è motivo di ritenere che quello agricolo sarà l’ambito più in auge nei prossimi anni, in grado di far compiere un balzo in avanti al pil aretino, particolarmente benedetto da madre natura.
Tuttavia, è necessario mettere in atto alcuni correttivi: «Non che ci sia bisogno di grandissimi investimenti — continua Marcelli — ma per questo ambito servono dei provvediementi urgenti che ancora mancano, ovvero quelli sulla tracciabilità dei prodotti. Capirne la provenienza spesso è un’operazione complicata perché ci sono modi di produrre, perfettamente legali, che non danno modo di verificare  l’origine della materia prima. Questo fa sì che le imprese che arrivano fino al prodotto finito e hanno contatti diretti con i clienti, vanno avanti e in qualche caso molto bene. Le altre, quelle che si fermano a metà della filiera, sono soggette a pericolose oscillazioni e stentano.
Basti pensare a un dato soltanto, il falso made in Italy nel mondo agricolo incide per 60 miliardi a danno delle imprese».
Olio e vino i prodotti più contraffatti nella nostra provincia. La prossima sfida è lanciare nel mondo agricolo un sicuro «made in Arezzo».

 

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