Arezzo, 23 aprile 2014 - Era in casa con la fidanzata quando gli è partito il colpo mortale. Lo sparo che ha attraversato due finestre (una chiusa dalla serranda) e dieci metri di strada prima di fulminare nella sua camera da letto Giulia Dei, 71 anni, casalinga e vicina di casa di Diego R., protagonista di uno sparo che più sfortunato non si può.

 Il Pm Marco Dioni propende sempre più per l’ipotesi colposa, per il proiettile vagante che ha compiuto la più assurda delle traiettorie, da un’abitazione all’altra del paesino di Ròsina. L’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio volontario resta soltanto a titolo precauzionale, prima di derubricare il reato, la procura vuole il conforto delle perizie balistiche. Ieri Dioni ha cominciato a esplorare il campo dei possibili esperti cui affidare la consulenza, ma per l’incarico ufficiale bisognerà aspettare ancora qualche giorno.

Diego stava maneggiando la pistola, davanti alla fidanzata, quando gli è partito un colpo. Che nel caricatore fosse rimasto un colpo non se ne era accorto. Vero o verosimile? Ormai la parola è ai periti. che dovranno confermare anche il risultato delle prime ipotesi di traiettoria ricostruite dai carabinieri. Salta fuori il foro nella serranda. Un altro leggero segno è sul cassettone. A quel punto viene tracciata una retta fra i due punti e la si prolunga fuori dalla finestra. La traccia porta all’abitazione di fronte.

Giulia era di lato rispetto alla finestra, aperta all’interno ma chiusa dall’avvolgibile. Rimetteva a posto la camera da letto, tranquilla e immersa in chissà quali pensieri. La pallottola della casa accanto ha perforato l’avvolgibile e l'ha colpita nella zona parietale, ha attraversato il cranio ed è uscita dalla parte opposta, si è smorzata sul canterano ed è rimbalzata sul pavimento.

Ecco lo scenario della mattina maledetta di sabato 5 aprile a Ròsina. Ma nuovi e clamorosi retroscena erano già emersi sul fronte delle indagini. Nella casa di fronte abita Diego R., un giovane di 34 anni con la passione dei cavalli che ha lavorato a lungo in un’azienda agricola. Possiede una pistola, regolarmente denunciata, una calibro 9 parabellum, dotata di proiettile camiciato, di quelli che attraversano il bersaglio, senza lasciare esternamente segni eclatanti. Il fratello è parà ma quel giorno non è in casa. La pallottola prende l’unica traiettoria possibile per uccidere, trapassa l’avvolgibile (ma i vetri sono aperti) e colpisce alla testa Giulia Dei.

I dubbi erano subentrati perché non si capiva dove avesse potuto sbattere Giulia per procurarsi quelle ferite. Il pm Marco Dioni dispone l’autopsia ed è il dottor Boncompagni, della medicina legale di Siena, a svelare l’arcano.

Gli inquirenti interrogano i familiari. E’ il marito di Giulia, Rino Zamponi, a ricordarsi qualcosa: «Ho sentito un botto», dice. I carabinieri notano un foro nell’avvolgibile e un’ammaccatura nel cassettone. Ma il proiettile non c’è, che fine può aver fatto? In camera è stata fatta pulizia e il pezzo di piombo è andato a finire insieme alla spazzatura.

Comunque ci vorranno altre perizie per escludere del tutto l’ipotesi di un atto di rambismo finito male. Perizie balistiche per le quali sarà dato l'incarico nei prossimi giorni, al fine di studiare esattamente la traiettoria del colpo.
I due fratelli, anche se il secondo sarà presto scagionato, sono indagati per omicidio volontario ma è un passaggio puramente tecnico: l'ipotesi del colposo resta nettamente prevalente.

Le camere oggetto dell'incredibile scenario sono state sequestrate. Mentre il paese è sotto choc, preso completamente alla sprovvista,. Ha sepolto una donna che credeva morta per una banale caduta, scopre che è stata centrata da quel maledetto proiettile vagante.