Arezzo, 16 aprile  2014 - La Lebole comincia stasera la sua settimana di passione. Il gruppo Pd è convocato e in quella sede ci sarà l'ultimo chiarimento interno. "A quel punto chiudiamo" si limita a confermare il capogruppo Matteo Bracciali.

Ma il clima è tutt'altro che facile. Il presidente del consiglio comunale Luciano Ralli ribadisce a "La Nazione" il suo no. "Non vedo niente di nuovo, i problemi restano quelli". Voterà no, un voto basta perché il partito in consiglio non abbia maggioranza. Ma il gruppo, a cominciare dal leader Matteo Bracciali, sembra deciso a questo punto ad andare al voto istituzionale.

Sui tempi le perplessità di altri consiglieri. "Discutere può migliorare il progetto, è una questione seria" spiega Cinzia Scartoni. "E' un progetto che mi lascia perplesso" conferma anche Andrea Modeo. Entrambi negano che il sì o il no possa diventare un dentro o fuori il partito, e comunque al momento non sembrano orientati al no. Alessandro Caneschi accelera: "Discutere è bene ma senza proposte concrete è solo perdere tempo".

Del resto chiudere non significa superare tutti i dissensi. Lo stesso Renato Peloso ha annunciato in consiglio comunale che non farà cadere comunque la giunta con la sua scelta pur rimanendo contrario.

In ballo c'è l'adozione del piano: dopo di che scatteranno i 60 giorni per le osservazioni, seguiti dall'eventuale approvazione definitiva. Prima ancora dell'adozione ci deve essere un passaggio nella commissione assetto del territorio: qui il Pd ha solo 4 consiglieri su 10 ma il voto in commissione è obbligatorio ma non vincolante.

Pd comunque deciso a questo punto ad andare al voto nei vari organismi: in ogni caso sembra escluso che il passaggio in consiglio comunale possa essere prima della metà di maggio. Alcuni ulteriori correttivi: garanzia di far partire l'intero piano di riqualificazione, la salvezza di una porzione della fabbrica come memoria storica, forse novità sul piano commerciale.