Aerezzo, 3 aprile 2014 - Fabrizio Corona è stato assolto dal Tribunale di Arezzo dall’accusa di spendita di banconote false perchè il fatto non sussiste. I fatti

Lui, il fotografo dei vip e comunque il re del gossip, era imputato per spendita di monete falsificate, in seguito a un episodio avvenuto nel 2008 di cui a lungo si occuparono giornali e televisioni. I fatti risalgono appunto al 2008, per l’esattezza al mese di marzo. Corona trasitava in auto sul tratto autostradale aretino insieme a due amici, uno di Firenze e uno di Udine. I tre si erano fermati per fare rifornimento di benzina a Badia al Pino ovest ma se n’erano andati dopo aver pagato, secondo l’accusa, con una banconota da cento euro risultata falsa.

L’auto venne fermata a Orvieto. E a Corona e ai due amici furono sequestrate altre quindici banconote false. Inevitabile a quel punto la denuncia, il processo per direttissima e la condanna per falsificazione e spendita di banconote false. MA ad arezzo tuttavia era rimasto aperto un fascicolo, capo di imputazione simile ma un po’ diverso, cioè la spendita di banconote false, accusa sostenuta in aula dal pubblico ministero Bernardo Albergotti. Gli avvocati hanno chiesto il cosiddeto «ne bis in idem»: terminologia in latino per dire in sostanza che non si può

Stamani, l’ex fotografo, attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera dove sta scontando dieci anni in attesa di altri 37 procedimenti penali, era a processo ad Arezzo, insieme al suo autista, il 31enne Bruno Tiziano. Davanti al giudice Gianni Fruganti e al pm Francesco Bianchi eè stato assolto per ne bis in idem.