Arezzo, 9 febbraio 2014 - Non affogheremo in un bicchier d'acqua e nemmeno in uno di vino. Anzi. E' proprio il vino che ci tiene a galla. In testa i grandi rossi e i consorzi emergenti che trainano il vigneto Toscana verso un nuovo exploit sui mercati mondiali, con un fatturato export complessivo in crescita del 46% negli ultimi 5 anni e un valore del commercio estero che nel 2013, secondo le proiezioni di Toscana Promozione, l'agenzia di promozione economica della Regione, è destinato a superare i 743milioni di euro (+6%). Con ben 26mila aziende interessate alla coltivazione della vite. A fare la parte del leone sono le province di Siena e Firenze, con il 59% degli ettari vitati, ma in evoluzione sono tutte le province toscane, a partire da Grosseto, e poi c'è Arezzo a quota 6,4mila ettari.

Non solo produzione, con la Tenuta Setteponti, le aziende Baracchi e Dionisio, solo per citarne alcune, che fanno incetta di premi e riconoscimenti. Vola anche la somministrazione di vino con tante attività commerciali dedicate proprio a bianchi, rossi e rosè che in città spuntano come funghi. E se un tempo c'era la mescita, adesso siamo ben lontani dal vino sfuso versato nel "quartino" e i nostri palati si sono raffinati. Così di questi tempi hanno grande appeal sui turisti che apprezzano i vini del territorio e sono super frequentate anche dagli aretini che sono diventati veri intenditori, le vinerie che insieme al vino appunto permettono anche di mangiare o acquistare prodotti tipici locali. Ultima in ordine di tempo aprirà i battenti a fine di febbraio la Vineria del Corso, a cura di quattro soci originari di Castiglion Fiorentino, tutti imprenditori in altri settori. Tra loro Bruno Nocentini, 52 anni che era proprietario proprio nello stesso fondo della vineria, del negozio di oggettistica che ora ha spostato a Policiano “Bruno Line Open Space”. Curiosità, la società con cui gestirà insieme agli altri tre soci la vineria si chiama “Bed&Wine” perché sempre ad Arezzo (in viale Michelangelo) è proprietaria anche di tre monolocali disponibili per brevi affitti turistici. La Vineria del Corso sarà un ambiente tipico toscano, dove si potranno degustare vini e taglieri freschi di affettati, formaggi e crostini. Proprio come avviene in piazza San Giusto con la Vineria al 10, come accade da anni in via de' Redi con la fortunata Fiaschetteria oppure con la più recente Formaggeria, come succede a La Torre di Gnicche in piazza Grande, a La Terra di Piero in piazza San Francesco, alla Botteghina di Sant'Agostino, solo per citarne alcune.

Più che ristoranti veri e propri, attività che affiancano alla degustazione di vini anche quella di prodotti gastronomici tipici del territorio. Dai salumi ai formaggi, passando per bruschette e sottolio. Prodotti che si possono consumare sul posto o acquistare come in un'enoteca o in una gastronomia che promuove specialità locali. Tutte attività caratterizzate da pochi tavoli, ma nella maggior parte dei casi dalla vasta scelta di vini. Perchè è proprio la cultura del vino che da queste parti si è evoluta, con una clientela sempre più competente in materia. A dimostrare questa passione anche i corsi dell'Ais, l'associazione italiana sommelier, di primo, secondo e terzo livello, che sono sempre molto frequentati. E l'Ais di Arezzo propone con successo anche il servizio "Il sommelier nel tuo locale o a casa tua", per un evento o una cena tra amici tra le selezioni del cliente e le proposte del sommelier, perchè comunicare il vino diventa una questione di stile ma soprattutto di professionalità. E i sommelier aretini lo fanno con semplicità e chiarezza non solo in italiano, anche in inglese, francese, spagnolo e portoghese.

"I corsi da sommelier di primo livello registrano numeri in costante crescita- dice Massimo Rossi delegato Ais Arezzo - con 80 iscritti l'anno che coinvolgono persone di tutte le età. Sia addetti ai lavori che profani, gente che lo fa per hobby o pensando ad un futuro lavoro. Ma ci sono anche mini corsi organizzati dalla Strada del Vino da gruppi di 30 persone per volta che vengono introdotte alla conoscenza del vino, spesso le persone restano affascinate e fanno poi il corso vero e proprio. Va molto vene anche il servizio di sommeliers a domicilio e in generale è cambiata la cultura del vino e di chi lo beve. Prima si beveva per dimenticare? Adesso si beve per ricordare, si beve meno ma si assapora di più e chi si avvicina al nostro mondo ne resta affascinato".