Arezzo, 2 gennaio 2014 - Chiari fino all'estremo ma distanti. Non si avvicinano le posizioni della preside Laura Cascianini e del parroco don Alberto Gallorini sullo spostamento al pomeriggio della Messa di Natale delle scuole.

«Nulla di personale contro la preside, ma il prossimo anno, se vuole la messa, si torna in chiesa alle 11, senza se e senza ma. La mia presa di posizione è stata una puntualizzazione perchè abbiamo sempre fatto la messa la mattina durante l’orario delle lezioni e avevo già fatto presente la volontà di continuare così».

E’ giusto spostare la messa per non turbare gli islamici o comunque le famiglie di religione diversa dalla cattolica? La professoressa Cascianini non ci sta e alza le barriere. «Potrebbe anche essere anticostituzionale — scrive in un lettera ufficiale, con l’intestazione del plesso scolastico — imporre una celebrazione confessionale in orario scolastico rivolta ad alunni di una scuola statale nella fascia dell’obbligo».

«Il nostro istituto conta 221 alunni stranieri e la pluralità di cui dobbiamo porci come garanti non coinvolge solo gli islamici. Compito di un dirigente è garantire l’efficacia del servizio». E allarga il tiro: «La decisione di spostare la tradizionale messa di Natale in orario pomeridiano è stata maturata e condivisa in collegio docenti, senza alcuna obiezione da parte dei presenti. Il parroco era stato informato della decisione ed aveva accettato in piena libertà di celebrare la messa alle 18,30. Inutile dire l’amarezza mia personale e di tutti i partecipanti nel sentire professare dal pulpito parole contrarie al principio di accoglienza. Il messaggio arrivato era di non gradimento e di ostilità ingiustificata in una chiesa colma di persone".  

Giovedì 20 la funzione si sarebbe dovuta svolgere alle 11, in orario di lezione, ma è stata posticipata alle 18. Don Alberto punta il dito contro la dirigente scolastica Laura Cascianini per avere cambiato la tradizione. La preside  difende la sua scelta: «E’ stata — dice — una decisione maturata per rispettare i ragazzi che non sono di religione cattolica. Ma non solo questo: al mattino tanti genitori sono al lavoro e non avrebbero potuto partecipare. Al pomeriggio c'erano tantissime famiglie. Lasciatemelo dire, è stato un grande successo».

Ma Don Alberto non la pensa così e al termine della messa, rivolto ai fedeli, contesta la decisione. «Non si può cambiare una tradizione consolidata. Perché uscire dall’orario scolastico? Purtroppo alla messa hanno partecipato pochissimi ragazzi».

 «Avevo già fatto presente che non mi sembrava giusto modificare la tradizione. Negli anni passati c’erano sempre 500-600 ragazzi, una cosa meravigliosa, alcune maestre non sono venute per protesta». Don Alberto non digerisce le motivazioni: «In questo modo non rispettiamo noi stessi e neppure gli altri, perchè facciamo capire che svendiamo la nostra religione. Noi invece rispettiamo tutti, anche quelli i non cattolici. Alla messa del Liceo della Comunicazione, lo scorso anno, ha partecipato addirittura anche una ragazza musulmana».