Arezzo, 19 novembre 2013 - “Gol imparabile, angelo destro”, si apre così con un bambino che tira rigori contro un affresco Rinascimentale usandolo come porta, la docu fiction dedicata a Piero della Francesca e girata a Monterchi del regista romano ma aretino d’adozione Alessandro Perrella. La prima si è svolta venerdì scorso nella chiesa di San Domenico ad Arezzo. “La proiezione ha avuto un successo inaspettato – dice il regista - La chiesa piena, il pubblico in piedi ad applaudire. Sono molto contento”. Filo conduttore della vicenda la voce narrante di Angelo Perla il custode della chiesetta del cimitero di Monterchi dove era custodito l’affresco della Madonna del Parto. Un uomo semi analfabeta ma che nella sua vita ha visto passare di lì personaggi illustri, tutti ai piedi dell’affresco. Da Salvador Dalì a Pasolini, passando per vescovi e sovrintendenti che sono rimasti colpiti dalla Madonna del Parto.


Sullo sfondo il paese e la campagna di Monterchi. Ma anche i suoi abitanti. Sì perché a fianco di attori e doppiatori famosi come Luca Biagini, la produzione affidata alla Tecno Due di Roma aveva selezionato tante comparse aretine. Tutte arruolate nella fiction. Con la prima puntata pilota su Piero della Francesca infatti è partita la serie dedicata ai grandi del Rinascimento. Sei puntate in tutto con le riprese della seconda (su San
Francesco visto da Giotto e da Dante) che partiranno tra poco, il tempo di un nuovo casting. A seguire quelle su Brunelleschi, Leonardo, Michelangelo e Vasari, tutte interamente girate ad Arezzo. E così scopriamo che in
7 giorni Piero fece l’affresco della Madonna del Parto, scopriamo come stese il colore e vediamo l’affresco completamente ricostruito come l’originale.

La fiction ne ripercorre gli anni bui quelli in cui era stato abbandonato a se stesso nella chiesetta del cimitero, e poi la guerra, il terremoto, il restauro e il nuovo museo per un’opera sola aperto nel ’92. Il sonoro è frutto del lavoro del fonico di presa diretta l’aretino Matteo Bendinelli già arruolato anche da Pieraccioni nel suo ultimo film. E nel racconto non appare solo Monterchi, ma anche la chiesa di San Francesco ad Arezzo e la leggenda della vera croce, immagini, racconti e sogni che ruotano tutti intorno alla più misteriosa immagine della Madonna che conosciamo. L’artista viene rappresentato con un nuovo punto di vista, una prospettiva diversa e ravvicinata, che attraverso una forma pionieristica, non tenendo cioè conto delle certezze conclamate, ci mostra quel cumulo di contenuti storici, sociali e umani che lo ha determinato. L’utilizzo di svariate fonti storiche e di archivi ricchissimi sulla vita privata di Piero della Francesca, ne consente una rappresentazione suggestiva, a tratti inedita, sospesa tra pubblico e privato.

Angela Baldi