Arezzo, 15 luglio 2013 -Lui che è abituato a tacere stavolta ha scatenato una tempesta per aver parlato. Troppo, secondo i critici, in quella che è ormai una vera e propria bufera sulla testa di Enrico Bondi, aretino doc di piazza San Michele, cui non è bastata l'usuale prudenza per evitare di scottarsi le mani sul caso Ivla di Taranto.

''L'Ilva non ha colpe ''. Le cause del tumore ai polmoni dei tarantini sono da ricercare in altri fattori, a cominciare dal ''fumo di tabacco e alcol, nonche' nella difficolta' nell'accesso a cure mediche e a programmi di screening''.  Sono queste le frasi incriminate scritte da Bondi, uno che in vita sua ha fatto di tutto e ai livelli più alti: top manager, da Telecom a Parmalat, commissario alla spending review per conto dell'ex premier Mario Monti e persino il revisore della lista per le elezioni politiche che portava il nome dello stesso Monti.

E' bufera sulla consulenza di 44 pagine che il commissario straordinario dell'Ilva, Enrico Bondi, allega alla missiva inviata a fine giugno al governatore della Puglia, Nichi Vendola e all'Arpa. E per approfondire l'argomento il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha deciso di convocare il Commissario straordinario dell'Ilva nelle prossime ore.

Nella lettera Bondi contesta i criteri adottati dall'Arpa e dalla Regione Puglia sul danno sanitario prodotto dal siderurgico. Ma quello che colpisce e' il dossier firmato dai consulenti dell'Ilva Paolo Boffetta, Carlo La Vecchia, Marcello Lotti e Angelo Moretti, che contestano le conclusioni dell'Arpa, della magistratura e degli esperti del ministero della Salute autori dello studio 'Sentieri ' sull'impatto delle emissioni dello stabilimento. Riferendosi proprio alla diffusione del tumore ai polmoni, i consulenti sembrano riproporre vecchie tesi care alla famiglia Riva.

Scrivono che le neoplasie non dipendono dall'inquinamento prodotto dal siderurgico ma dagli stili di vita dei tarantini perche' ''e' noto che a Taranto, citta' portuale, la disponibilita' di sigarette era in passato piu' alta rispetto ad altre aree del Sud Italia dove per ragioni economiche il fumo di sigaretta era ridotto fino agli anni '70''. Passaggio che il commissario Bondi sembra condividere perche' nella missiva inviata alla Regione e all'Arpa aggiunge che ''dalla memoria emerge come i criteri adottati e la procedura valutativa seguita presentino numerosi profili critici, sia sotto il profilo dell'attendibilita' scientifica,sia sotto il profilo delle conclusioni raggiunte ''.

Ricostruzione questa che fa inorridire il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che definisce ''inaccettabili '' gli argomenti di Bondi e conferma tutti i suoi dubbi ''sull'affidare il ruolo di commissario dell'Ilva all'ad dell'azienda ''.

''Mi sarei aspettato dal commissario - rileva il governatore - una piu' netta presa di distanza dall'approccio negazionista che l'Ilva ha tenuto negli ultimi vent'anni. Come temevo, invece, le osservazioni di Bondi commissario non sembrano molto diverse da quelle di Bondi amministratore delegato''. Pesante anche l'assessore pugliese all'ambiente, Lorenzo Nicastro, secondo il quale la ''priorita''' del siderurgico e' ''la tutela della produzione e della sostenibilita' economica dei processi dello stabilimento di Taranto rispetto all'esigenza di ricondurre gli impatti ambientali entro le prescrizioni di legge e dell'Aia''.

E se per il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, Bondi deve dimettersi, i deputati del M5S bollano le conclusioni del commissario governativo come ''vergognose e incredibili, ma non da censurare, bensi' da diffondere in tutte le tv e giornali''. E concludono: ''Non puo' essere lui la persona idonea a svolgere questo delicatissimo ruolo''.

"Sono basita dalle dichiarazioni del commissario Enrico Bondi sull'Ilva di Taranto. Chiedero' immediati chiarimenti, il testo completo della relazione e un'audizione urgente di Bondi in Commissione ambiente al Senato". Lo afferma Laura Puppato, senatrice del Pd.

"Sono senza parole - prosegue - soprattutto rispetto alla superficialita' della sua analisi circa le cause delle malattie (sigarette, alcol, difficolta' di accesso alle cure mediche) che da anni colpiscono i lavoratori e i cittadini di Taranto. Quel luogo mette spavento, persino gli alberi intorno sono morti a causa dei fumi rossi. Il danno sanitario, oltre che quello ambientale, e' evidente. Il caso Ilva parla da solo, basta leggere le ammissioni della proprieta' sulle cose da fare per mettere in sicurezza gli impianti. Contestare con futili motivazioni i dati epidemiologici fin qui prodotti, e' indice di poca serieta'. Ne chiedero' conto politicamente".

''Letta deve cacciare Bondi dall'incarico di commissario dell'Ilva e cacciarlo subito: le sue parole sono di una gravita' inaudita e rappresentano un'offesa a tanti cittadini morti o ammalati di tumore in quella citta' martoriata ''. Lo dice l'esponente di Green Italia, Fabio Granata che conclude: ''Evidentemente il condizionamento del potere economico non si ferma mai e continua la sua azione devastante ''.

A un giorno di distanza, però, arriva la precisazione di Bondi che dice: "Non ho mai detto né scritto che il fumo faccia più male delle emissioni dell'Ilva". Il ministro Orlando ha rinviato ogni commento a dopo l'incontro previsto nel pomeriggio del 15 luglio.