Arezzo, 2 giugno 2013 - AVEVA DECISO di arrotondare lo stipendio approfittando del suo «camice» da lavoro e mettendo a segno furti a cadenza periodica.

Il suo metodo era semplice: narcotizzava i pazienti e arraffava nei loro borselli e nelle loro borse. Quando invece voleva usare metodi più spicci, si limitava a rubare nei portafogli dei colleghi. Niente di strano se si trattasse di normali colpi perpetrati nelle città metropolitane. La cronaca, infatti, è piena di questi episodi. La particolarità di questa vicenda, però, sta nel contesto in cui si è consumata, un ospedale, nella protagonista, un’infermiera, e nelle vittime, i pazienti e i colleghi di lavoro.

E’ davvero incredibile quello che hanno scoperto, dopo accurate indagini, i carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno, che hanno arrestato con l’accusa di furto e rapina una 50enne infermiera di stanza al Monoblocco del Valdarno. I «colpi in corsia», secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, andavano avanti da un paio d’anni, quando la donna lavorava al Pronto Soccorso. Già allora qualcuno aveva iniziato a dubitare, anche perché più di un paziente aveva denunciato il furto di soldi e gioielli, parlando di stato di sonnolenza che lo aveva fatto entrare nel mondo dei sogni.

EVIDENTEMENTE l’infermiera, che poi è stata spostata in reparto, aveva già iniziato ad agire, facendo attenzione a non farsi scoprire dai colleghi e usando un narcotico che, ovviamente, prelevava dalla farmacia dell’ospedale. Ed è stato proprio il furto di alcune fiale di narcotico ad insospettire ancora di più il personale del nosocomio che ha chiamato i carabinieri. Le indagini hanno preso il via nei primi mesi del 2012 e hanno seguito un percorso prestabilito.

Nel frattempo la donna ha continuato ad arraffare monili, gioielli e contanti, prendendo di mira anche i colleghi di lavoro che, di tanto in tanto, denunciavano il furto di soldi e preziosi.
LA STORIA, però, si è bruscamente interrotta quando i militari hanno avuto la quasi certezza che la protagonista dei colpi in corsia era proprio lei, la cinquantenne infermiera. L’hanno fermata e l’hanno perquisita a domicilio. Qui, altri dubbi si sono sciolti.

A casa della donna, infatti, i carabinieri hanno rinvenuto alcune fiale di narcotico per la signora utilizzava per mettere a segno i furti in ospedale.
Adesso si trova ai domiciliari e dovrà fornire molte spiegazioni ai giudici. Dall’ospedale di Santa Maria alla Gruccia hanno fatto sapere che non è stato ancora preso alcun provvedimento disciplinare nei suoi confronti, ma solo perché la sospensione è automatica in caso di procedimento giudiziario.