Arezzo, 12 aprile 2013  - Denti di ippopotamo, zampe e zanne di elefante, pelli di giaguaro: presente anche ad Arezzo il commercio illegale di specie in via di estinzione come dimostra l'episodio raccontato stamani in questura, con Polizia e Forestale protagoniste di un sequestro. 

In questo caso  si è trattato della scoperta di tavolini in vendita in un mercato dell'usato in città, oggetti realizzati con l'utilizzo di zampe di elefante. Immediato è scattato il sequestro insieme a una salatissima multa di duemila euro che è andata a colpire la venditrice che le aveva trovate in cantina e si è detto all'oscuro sia del materiale che della provenienza. La segnalazione è arrivata alla polizia che ha chiesto la collaborazione della Forestale, già in precedenza autrice di sequestri, in particolare zanne di elefante dall'altissimo valore di mercato.

Come commercio illegale era un po' ingombrante; ma si sa, la malavita non si ferma davanti a nulla. Neanche davanti alle zampe di elefante, tristissimi simulacri di una "tratta" che non si ferma davanti a nulla. Erano state trasformate ini tavolini o sgabelli e sono state trovate in un mercatino dell'usato.

Dopo l'allerta a muoversi sono state la Polizia e il Corpo Forestale dello Stato. Una vicenda sulla quale lo stesso questore Addonizio ha illustrato i dettagli, a fianco a vicequestore  aggiunto della Forestale il dottore Donati.

Un commercio che cambia obiettivo. Perché finora  il Corpo Forestale aveva sequestrato più che altro zanne di elefante, che sono di avorio e hanno un valore stratosferico, pari a quello dell'oro. 

"La Toscana - ha spiegato Giulio Donati - è uno dei poli di questo mercato illegale. In particolare il nostro territorio è interessato dal mercato delle pelli, soprattutto quella di giaguaro". Quindi Bersani non aveva tutti i torti?

Sul fronte dell'importazione gli oggetti più diffusi sono i bastoni della pioggia, fatti con i cactus, e  piccoli coccodrilli impagliati. Un altro episodio di è di pochi giorni fa: due denti di ippopotamo venduti da un antiquario aretino e sequestrati all'aereoporto di Firenze".