Arezzo, 1 febbraio 2013 - E' un giorno clou per le sorti della centrale biogas di Castiglion Fibocchi. La richiesta di realizzazione dell'impianto da parte della società privata Epi infatti, sarà sottoposta di nuovo stamani all'attenzione della Conferenza dei Servizi della Provincia. L'ultimo incontro, che si è svolto lunedì scorso, si è concluso con un nulla di fatto. Stamani tutti gli enti coinvolti si riuniranno di nuovo. "La riunione ha avuto carattere interlocutorio - aveva detto lunedì l'assessore provinciale all'ambiente Cutini - gli enti preposti hanno preso visione sia del progetto della società Epi, sia degli ulteriori elementi presentati dal Comitato No Biogas.

Ci riuniremo di nuovo oggi per una nuova conferenza, anche se non escludo nuove sedute, vista la grande mole di documentazione da visionare ed approfondire". E se durante l'incontro di lunedì scorso era stato un intero paese a scendere in piazza di fronte a Palazzo Barbolani armato di cartelli, striscioni e buste  per dire ancora una volta no al biogas, stamani è previsto un nuovo presidio del Comitato No Biogas. Questa volta in centinaia saranno armati di 'merenda'. Il Comitato ha organizzato infatti una nuova manifestazione pacifica, dal titolo “Insieme, una merenda genuina…al posto del biogas”.

“I passanti e i signori riuniti in conferenza di servizi, saranno invitati ad assaggiare alcune delle eccellenze tipiche del loro territorio – dice Giancarlo Felici Presidente del Comitato No Biogas – apparecchiate di fronte al museo Medievale in via San Lorentino e offerte dagli abitanti e dalle aziende di Castiglion Fibocchi, consorziate insieme per l’occasione nell’“Azienda agricola agrituristica No Biogas”. Il messaggio del Comitato è chiaro: a Castiglion Fibocchi e lungo la Setteponti, strada del vino, esiste già una fiorente ed ecosostenibile economia enogastronomica, non servono centrali industriali a biogas.

Al di là dell’aspetto folkloristico, il comitato ribadisce con fermezza la necessità di chiudere la conferenza con la dichiarazione di inammissibilità dell’impianto ed ha per questo presentato una nuova memoria diffida a firma dell’avvocato Michele Greco, la terza in 15 giorni, rivolta all'amministrazione provinciale. “Nella memoria il legale – continua Felici – oltre a denunciare la violazione dei principi del giusto procedimento, non essendo il Comitato stato ammesso ad estrarre copia di alcuni atti e a partecipare alla conferenza di servizi, ciò che invece è stato consentito ad Epi, chiede di dichiarare il progetto inammissibile perché la società non ha dimostrato la disponibilità dei terreni in cui vuole realizzare l'impianto a coltivare le biomasse, come richiesto dalla legge”.

E il legale del comitato Greco ha chiesto l'immediata chiusura della Conferenza con un diniego, considerato anche il parere negativo del Sindaco di Castiglion Fibocchi Salvatore Montanaro, reso alla seduta dello scorso 28 gennaio quale suprema autorità sanitaria locale. E nella nuova memoria depositata dal legale del Comitato viene introdotta una nuova perizia di parte, questa volta incentrata sul profilo agronomico, redatta da Mauro Mugnai (agronomo paesaggista). In particolare, la perizia conferma il rischio di diffusione nel territorio di spore del batterio clostridium botulinum, pericolosissimo per la salute, e dimostra - tra le altre cose - come il progetto determinerebbe un inaccettabile accumulo di sostanze inquinanti nel terreno e nelle falde idriche.

Nel frattempo, il Forum Centrale Unesco "University and Heritage" dell’Università di Valencia ha annunciato che pubblicherà sul proprio sito internet - al quale sono collegate direttamente ben 1430 Università nel Mondo - una netta presa di posizione contro l'impianto.

“Viste le carenze progettuali e le inconfutabili motivazioni di ordine sanitario, agronomico, paesaggistico, urbanistico, culturale ed ambientale rappresentate – conclude Felici – il Comitato e l’intera cittadinanza di Castiglion Fibocchi confidano che la Provincia di Arezzo, così come le legge gli impone, esprima in via definitiva senza ulteriori rinvii il diniego al progetto, affermando l'assoluta incompatibilità dell'impianto con il sito prescelto”.