Arezzo, 6 novembre 2012 - ESCE DAL TUNNEL della crisi la Del Tongo. O almeno muove i primi passi per allontanarsi da quel porto delle nebbie, in cui la crisi internazionale, quella del mercato interno e i mille guai che hanno investito il comparto, l’avevano relegata.

E’ stata annunciata, nel corso dell’ultima assemblea dei dipendenti, l’intesa raggiunta con gli istituti di credito, che hanno espresso apprezzamenti e pareri positivi su quel piano di ristrutturazione, al quale la società ha affidato il rilancio dell’attività. Certo, ci saranno cose e strategie da rivedere in corso d’opera, ma il prezioso documento messo a punto dai manager del gruppo e da consulenti di grido, è diventato una pietra miliare per il futuro della Del Tongo.

IL PIANO INDUSTRIALE non è stato né accolto né rifiutato, ma è diventato un punto di riferimento importante e credibile per l’intero sistema bancario, che ha contatti con la società.  Una prima valutazione ha permesso di mettere a disposizione dell’azienda le risorse necessarie per provvedere al pagamento degli stipendi delle 189 maestranze che fanno parte del blasonato gruppo aretino. Maestranze, sia chiaro, che non si sono tirate indietro nel momento più difficile per la proprietà, mettendo sul piatto della bilancia l’impegno a rimboccarsi le maniche in attesa di tempi migliori.

LA LIQUIDITÀ OTTENUTA dalle banche e subito riposta in cassa permetterà alla Del Tongo di provvedere al pagamento degli stipendi per i mesi di luglio e settembre e di sollevare gli operai da una serie di preoccupazioni sul loro destino lavorativo.  La proprietà non nasconde i problemi che restano sul tappeto, ma è più fiduciosa e consapevole che qualcosa si sta muovendo nel rapporto con gli istituti di credito.

«L’AZIENDA — ha dichiarato Laura Del Tongo — si muove per rilanciare il comparto cucine sia nel mercato interno, sia in quello internazionale. Abbiamo partecipato alla prestigiosa esposizione di Verona «Abitare il tempo» con prodotti innovativi, che ci permettono di guardare con maggiore fiducia verso le opportunità offerte al nostro export in Russia e Arabia Saudita ed i risultati ottenuti sono stati favorevoli».

Ed è proprio sui nuovi modelli, sullo stile proposto e sulle avveniristiche tecnologie messe in campo negli ultimi tempi che il marchio aretino fa leva per riportare lo stabilimento ai fasti di un tempo, quando il mercato interno faceva scintille, quando pubblicità e prestigio permettevano di guardare oltre i confini nazionali. Peccato che l’altra sponda del Mediterraneo, un’area in cui la Del Tongo aveva strappato appalti e grandi affari, le cose siano improvvisamente cambiate e le cannonate, i bombardamenti e la guerriglia libica abbiano reso impossibile riscuotere il dovuto.

E’ QUESTA DISAVVENTURA che ha fatto precipitare le prospettive dello stabilimento, altrimenti tutto sarebbe stato diverso. Ora c’é un cammino in salita da percorrere, ma i primi passi vanno nella direzione giusta. Il consueto patriottismo economico ci impone anche di sperare che una delle più importanti imprese del territorio possa risolvere i suoi problemi.