Arezzo, 8 OTTOBRE 2012  – “Non ce la facciamo più ad andare avanti così! Dopo gli innumerevoli sacrifici che abbiamo fatto in questi due anni, non è possibile vivere senza una minima certezza di poter avere quanto di nostro diritto: la giusta retribuzione per il lavoro svolto”. 

E' il grido disperato dei dipendenti dell’azienda Del Tongo, lanciato questa mattina ai sindacati dopo l’ennesima assemblea tenutasi in fabbrica. Dopo aver accettato, con forte senso di responsabilità, ogni condizione proprosta dall'azienda per scongiurare la chiusura "l'ennesima mazzata".

Dopo l’accordo siglato un anno fa dalla RSU e dai Rappresentanti Sindacali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil dove, a seguito delle enormi e contingenti difficoltà finanziarie aziendali dovute alla perdita di numerose commesse in Libia, causate dallo scoppio della guerra e del calo complessivo degli ordini nel settore del mobile dovuto alla crisi generale ancora in atto, i lavoratori per salvare l’azienda, avevano di fatto accettato: la non corresponsione del premio feriale per due anni, il mancato rinnovo dell’integrativo aziendale, la soppressione dell’autogestione del servizio mensa con i costi a carico dell’azienda, con un aumento di fatto per lo stesso servizio di circa tre euro il giorno per dipendente, lo spostamento della data del pagamento della retribuzione dal giorno10 al giorno 20 del mese, l’apertura della Cassa Integrazione Straordinaria per tutti i dipendenti a zero ore o con l’orario ridotto per dodici mesi, è arrivata l’ennesima “mazzata” dovuta alla mancata corresponsione della retribuzione.
 
"I lavoratori oggi, con un grande gesto di dignità, pur continuando a venire al lavoro, hanno voluto apertamente comunicare il loro malessere e far conoscere la loro situazione. Sono lavoratori che hanno lottato in silenzio con enormi difficoltà, per potersi mantenere il posto di lavoro. Lavoratori che chiedono a chi di dovere di intervenire per aiutare duecento famiglie che ad oggi, nonostante i sacrifici fatti, non stanno percependo da circa due mesi e mezzo la retribuzione".
 
Sono dipendenti ormai allo stremo che rischiano di perdere la casa per non avere pagato il mutuo o l’affitto; sono lavoratori che non ce la fanno più. Il grido di dolore è rivolto a tutti: alla propria azienda a cui tengono, alle Istituzioni, ma soprattutto agli Istituti di Credito che non consentono alla Del Tongo di poter avere i fidi necessari per pagare gli stipendi. Mercoledì è previsto l’ennesimo incontro tra l’azienda e le banche, dove la decisione che verrà presa determinerà un futuro o meno per tutti i dipendenti. "E’ una situazione difficile e tragicamente complicata, ma i lavoratori confidano in un buon esito, e chiedono con forza un aiuto concreto".

Sono circa 200 i lavoratori coinvolti, che lanciano questo appello: “Chi ci può aiutare lo faccia, senza esitare, perché teniamo al nostro posto di lavoro e sappiamo purtroppo cosa succederebbe in caso contrario!” E’ un vicenda triste, che somiglia a molte altre, ma con un’unica differenza : non c’è in ballo solamente la tenuta occupazionale di un territorio, ma la stessa “ vita “ di duecento lavoratori della Valdichiana e delle loro famiglie, ridotte ormai allo stremo.