Arezzo, 27 settembre 2012 - Se ne è andato con la discrezione che era la sua caratteristica. Vincenzo Siracusa, capitano, comandante del nucleo operativo dei carabinieri, era un siciliano atipico, poco incline alla parola cui preferiva di gran lunga la discrezione. Quella stessa discrezione che lo ha accompagnato nel corso della sua malattia: è morto a Milano, all'ospedale Humanitas di Rozzano, all'alba di mercoledì.

Siracusa era ad Arezzo dal 2000, prima come comandante del radiomobile della compagnia e poi sempre con lo stesso incarico: capo del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri. L'uomo, insomma, cui toccava di dipanare quasi tutte le indagini più delicate svolte dall'Arma: omicidi, rapine, casi particolarmente intricati. Lui non amava le luci della ribalta, si muoveva in silenzio, usando spesso i metodi di indagini vecchio stampo, accompagnati ovviamente, quando serviva, alle tecnologie. Parlava poco ma era uomo di grande umanità, legato alla città in cui aveva messo radici ma al tempo stesso innamorato della sua Sicilia. Agrigentino di Siculiana, conservava per l'isola una passione particolare.

Il capitano aveva solo 52 anni, lascia lamoglie e due figli. La signora Margherita lo ha assistito fino all'ultimo. Era entrato nell'Arma da sottufficiale. A lungo era stato maresciallo sempre in Toscana, nella zona del Mugello e di Borgo San Lorenzo. Poi il concorso per diventare ufficiale, la nomina a tenente e l'assegnazione ad Arezzo, dove aveva maturato la promozione a capitano. Aveva una passione particolare per gli studi, tanto che era plurilaureato. L'ultimo titolo lo aveva conseguito pochi mesi fa Ai carabinieri le condoglianze della Nazione.