Arezzo, 24 maggio 2012 - Aveva trovato il modo per condurre una vita da nababbo. Un modo però non esattamente incline alla legge: clonava carte di credito con le quali poi faceva acquisti online. Per questo un 32enne di  Montevarchi, insieme alla sua banda, è finito in carcere.

Era riuscito a mettere in piedi una truffa milionaria 
clonando carte di credito, truffa che era riuscito ad estendere oltre i confini nazionali. Moltissime le segnalazioni dall'Usa e dal Canada. Lui era a capo di un complesso sistema, che contava 2 nigeriani residenti sempre a Montevarchi e altri 12 tra Brescia, Novara e Reggio Emilia. Undici persone finite in carcere e 4 ai domiciliari, mentre uno è ancora ricercato. In tutto sono state 15 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Perugia Carla Giangamboni su richiesta dei pm Gemma Miliani dopo la lunga indagine "Cards & Bros"

 

L'operazione, condotta dalla polizia postale di Perugia, è partita dopo una lunga e delicata indagine che ha preso avvio in seguito a una segnalazione di una nota società di vendita on line: la merce acquistata sul sito o tramite call center risulterebbe pagata con carte di credito clonate. Gli accertamenti hanno permesso alla polizia postale di scoprire che la presunta organizzazione criminale acquisiva codici di carte clonate o ''phishate'' per acquistare merce di lusso che sfoggiavano in giro.

 

 

Per la consegna utilizzava documenti e nominativi falsi o fittizi - ritengono ancora gli investigatori -, in luoghi individuati appositamente prendendo accordi di volta in volta con le società di spedizione, risultate ignare delle truffe. Nell'esecuzione dei provvedimenti sono interessati i compartimenti polizia postale della Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana.

A Montevarchi sono finiti in manette Christian Imonina Ajghevi, Joy Ogbeifun e Kolawole David Odunaiya detto Kola di 32 anni. Quest'ultimo, il più giovane, era anche la mente: un genio dell' informatica messo a servizio del gruppo criminale.

Le indagini della procura e della polizia postale di Perugia non sono ancora giunte al termine. Al vaglio ancora le numerose denunce dei truffati per cercare di risalire ad una presunta organizzazione madre, più ampia, che opererebbe in vari Paesi.