Arezzo, 13 maggio 2012 - Finalmente Pietro ha incontrato Donato ed insieme a lui anche la Madonna del Conforto. E' stato un momento carico di emozione e commozione quello dell'arrivo del Papa nella Cattedrale di Arezzo: a fare gli onori di casa non poteva che esserci don Alvaro Bardelli, parroco del Duomo, e insieme a lui il canonico don Pietro Bertini, coetaneo si Sua Santità.

Visibilmente commosso dalla presenza di Benedetto XVI nella "sua" Cattedrale è stato il Vescovo Fontana, colui che si è immolato nel ruolo di cicerone, mostrando le meraviglie e la storia della chiesa più importante della città; dopo aver percorso la navata centrale, trasportato da uno speciale baldacchino mobile, il Papa ha potuto ammirare le bellezze del nuovo presbiterio, caratterizzate dallo splendido ambone di marmo bianco e dal nuovo altare, opera di Giuliano Vangi.

Ed è proprio qui che Pietro ha incontrato Donato, proprio sotto la sua arca tornata all'antico splendore dopo i recenti restauri: dinanzi alla quale Benedetto XVI si è inginocchiato e gli ha reso omaggio con una preghiera; possiamo dire che il viaggio aretino del papa si è racchiuso in questo incredibile momento di spiritualità, sotto le vetrate del Marcillat e la Maddalena di Piero a fargli da custodi. Dopo l'incontro con il Santo Donato, Sua Santità si è recato nella navata sinistra della Cattedrale e questa volta per porgere il suo saluto a Gregorio X, 184° papa della Chiesa cattolica morto ad Arezzo, la cui salma è solennemente custodita dal 1276. Accanto a lui sempre il Vescovo Fontana insieme a don Alvaro, privilegiati interlocutori e incaricati speciali nel descrivere al dettaglio l'importanza spirituale delle opere e delle icone presenti nel Duomo, un Duomo che non è mai rimasto in silenzio, ma che parlava per bocca delle note del flautista Roberto Fabriciani, fino all'arrivo nella cappella della Madonna del Conforto.

Questo, insieme all'incontro con l'urna di San Donato, è stato uno dei momenti più intensi e suggestivi: accolto dalle monache Carmelitane Scalze, che hanno avuto la proprio deroga dal Santo Padre di poter uscire dalla clausura per andare ad incontrarlo, Benedetto XVI ha porto il suo saluto ai canonici, guidati dal preposto don Pietro Bernini, che lo hanno accompagnato dinanzi all'icona della Madonna del Conforto. Una lunga preghiera nel silenzio più totale a Lei, Regina Fulgida che salvò Arezzo dal terremoto. Vicino al pontefice due piccoli ragazzi dalla voce altisonante: Giada Santucci e Matteo Tavini, coristi dei "piccoli cantori del Convitto", hanno intonato la "Virgine bella che di sole sei vestita", laude di Francesco Petrarca, proponendo un'esecuzione da applausi. Accompagnati dal loro maestro Angelo Mafucci, i due tredicenni hanno poi stretto la mano al papa, nell'emozione più totale, soprattutto per la piccola Giada che proprio oggi ha compiuto gli anni con il regalo più bello: la benedizione del Santo Padre.

Volto l'ultimo sguardo alla Madonna del Conforto, Benedetto XVI è stato accompagnato nel salone di San Donato, dove è stata organizzata la mostra degli ori dell'Etruria di cui è stato il primo visitatore; i ricavati di questa, insieme alla mostra nel Palazzo Vescovile, saranno devoluti ai poveri della città. Dopo una breve visita, Benedetto XVI si è ritirato per il pranzo, in attesa che torni a fare il suo saluto dalla finestra agli armati della Giostra del Saracino.
Pietro, dopo un lungo cammino, ha incontrato Donato. E con Lui, anche la Madonna del Conforto.

di Saverio Crestini