Arezzo, 13 maggio 2012 - 'Vi guidi il luminoso esempio dei vostri santi e la tradizione del vostro popolo, con il sostegno della Madonna del Conforto'. Sono queste le parole fortemente legate alla città in tempo di grande crisi pronunciate del Papa durante l'omelia. Un Papa che oggi ha compiuto un piccolo miracolo visto che non è caduta quella pioggia battente che il meteo aveva previsto per le 11, celebrando la Santa Messa del Prato. L'unica in città visto che tutti i parroci sono confluiti quessù.

Il colpo d'occhioal Prato non è più verde, qui per qualche ora regnano il bianco e il giallo. Quello dei colori della bandiera della città del Vaticano. E davanti all'altare una composizione bianca e gialla di fiori raffiguranti il pentagramma di Guido Monaco a cura dei fioristi di Arezzo che rappresenta le prime note dell'inno alla gioia di Beethoven. Ma c'è anche il blu, quello delle maglie dei volontari, tra scout, giovani e hostess schierati come una truppa papale e pronti a fornire indicazioni ai pellegrini.
 
Migliaia di persone sistemate nelle sedie schierate di fronte all'altare e tantissime sedute in terra, con sgabelli portati da casa o in piedi. Accalcati alle transenne quelli che non hanno fatto in tempo a trovare un pass. Tutti pronti fin dalle prime ore della mattina in attesa della Messa del Papa.

Lui, Benedetto XVI, non si è fatto attendere dopo il serrato percorso che lo ha portato dall'elicottero sceso alle 9 esatte nel prato dello stadio, fino al Prato spostandosi in un blindatissimo tragitto a bordo della Papa-mobile. Lungo il percorso neanche a dirlo, tanti fedeli ad accoglierlo. Fino al Prato appunto, per la Messa celebrata dal grande palco allestito in settimane di lavoro, davati a 30mila persone, forse di più. Con tutte le parrocchie della diocesi, anche le più piccole che hanno risposto alla chiamata, oltre ovviamente ai fedeli giunti da fuori. Diecimila persone a sedere, oltre 20mila in piedi dentro le transenne. Tantissime fuori.

Alle 9,20 Benedetto XVI ha già finito la passerella con la Papa-mobile ed è seduto sul palco dell'altare dopo aver salutato i fedeli. Ascolta il saluto del sindaco Fanfani che gli da il benvenuto dei fedeli dell'intera Toscana e il saluto del presidente del consiglio Monti nella sua prima visita ufficiale in Toscana.

'La nostra città trarrà dalla sua visita stimolo e ci aiuterà ad avere attenzione agli altri, per costruire un futuro migliore per tutti soprattutto per i bambini. Il comune è chiamato a fare la sua parte. Quando affrontiamo il tema della crisi economica come lei ci ha più volte ricordato dobbiamo pensare anche agli atteggiamenti morali ed essumere una visione più ampia della vita. Per garantire un futuro migliore, ad anziani, bambini ma soprattutto ai giovani a cui dobbiamo ridare la speranza. I sindaci lavorano ogni giorno per questo affermando una cultura della legalità. A lei il saluto della città di Arezzo e il ringraziamento sia al Presidente del consiglio che al Vescovo'.

Poi il Sindaco da al Papa il dono di Arezzo realizzato dall'UnoAerre. 'Pietro è venuto a trovare Donato', inizia così il vescovo Fontana. 'Il più gran dono che ci sta facendo è il recupero della dimensione spirituale e che appartiene alla chiesa. E' bello come sul monte delle Beatitudini recuperare il nostro spirito contro una cultura pagana segnata dalla violenza. Accanto a Pietro ci sentiamo quella moltitudine dell'Apocalisse. Qui c'è la nostra terra quella dei nostri aretini e degli immigrati presenti. Il nostro tempo è affamato della parola che salva, della speranza che infiamma i cuori. Oggi ci aspettiamo qui sul colle di Donato di tornare alle nostre case rinnovati dall'incontro con Pietro.

Vogliamo farle dono della nostra voglia di cambiare il mondo per costruire la pace, abbiamo tristezza e preoccupazione per la nostra gente di Arezzo e provincia vorremmo risanare le ferirte dello spirito e del corpo, 1 famiglia su 4 della nostra provincia rischia di non arrivare alla fine del mese. E la Chiesa diocesana ha scelto di ripetere il gesto delgi Atti degli Apostoli, quindi non le faremo un dono materiale, abbiamo fatto una grande raccolta per i poveri e deponiamo ai piedi di Pietro il frutto di questa carità colletiva'. E poi in uno scroscio di applausi il bacio tra il Papa e l'arcivescoovo Fontana.

Il Papa lascia il palco per ritirarsi in sacrestia allestita per l'occasione a cielo aperto dietro al palco dell'altare. E' qualche minuto prima delle 10 che partono la processione e i canti d'ingresso e il Papa riacquista la sua posizione sull'altare, baciandolo. Subito dopo è ancora musica con le voce del coro da 120 cantanti diretto dal Mestro Donati che apre la messa con un canto gregoriano in omaggio a Guido d'Arezzo.

La Santa Messa è concelebrata dal Papa e dal Vescovo Riccardo Fontana, il cardinale Giseppe Betori e Gualtiero Bassetti. Di fronte centinaia di sacerdoti, tutti quelli aretini. Il Papa comincia a celebrare la Santa Messa e il popolo degli oltre 30mila fedeli risponte in coro. 'Gloria in excelsis Deo' pronuncia Benedetto XVI e in risposta parte un nuovo canto dal coro, il Gloria appunto. Dopo l'inizio della Messa e i primi canti è il momento della la liturgia delle Parola. La prima lettura è affidata ad una cieca aderente al Movimenot Apostilico Cieci che legge in brail una pagina degli gli Atti degli Apostoli, il salmo è invece affidato al solista del gruppo Vocale Vox Cordis di Arezzo.

Un passo dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo, è questa la seconda lettura affidata ad un giovane collaboratore dell'arcivescovo Fontana. Parte l'Alleluja intonato dal coro, poi il Vangelo, cantato da Federico Daveri, uno dei diaconi di servizio alla Messa. Intona il Vangelo di Giovanni dopo aver incensato il grande libro del Vangelo. 'Rimanete nel mio amore' questo il messaggio del Vangelo di oggi, 'Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi'.
E se nella chiesa a cielo aperto la Messa è iniziata alle 10, il momento più atteso è però quello dell'Omelia, quando cioè Benedetto XVI si rivolge direttamente ai fedeli, il momento in cui la cerimonia più rigida prende respiro e lascia spazio all'esortazione religiosa e al sentimento civile.

E anche alle parole di conforto e di speranza. Perchè mai come di questi tempi la gente sembra averne bisogno. Forse è anche per torvare conforto che in tantissimi si sono spinti fino al Prato, fino alla Messa del Papa, l'evento clou di questa giornata tutta dedicata a Benedetto XVI.  E' a questo punto che il Santo Padre prende la parola. 'Cari Fratelli e sorelle è grande la mia gioia, vi ringrazio per la calorosa accoglianza e ringrazio il vostro pastore Riccardo Fontana, tutti i religiosi e i rappresentanti delle associazioni, un saluto al sindaco e al presidente Monti. Grazie a chi ha collaborato alla realizzazione di questa mia visita pastorale.
 
Costruire una città dell'uomo a immagine di quella di Dio. Nella storia la comunità aretina si è distinta, il mio augurio è che la città faccia fruttificare questa preziosa eredità. La chiesa nella vostra terra è stata animata da molte espressioni della cristianità. Penso al vostro patrono San Donato con la sua esperienza di vita ancora attuale, si è speso perchè tutti si liberassero dagli usi pagani e si affermasse il vero senso di libertà attraverso la sua predicazione ricondusse alla preghiera e all'eucarestia. Ma anche San Pier Damiani e con lui la grande tradizione camaldolese che da mille anni in Casentino offre il suo esempio a voi e alla Chiesa universale. La prima lettura ci presenta il gesto compiuto da Pietro, anche voi siate autentici testimoni dell'amore di Dio verso tutti. Come possiamo noi portare questo amore con la nostra debolezza? San Giovanni nella seconda lettura ci ha detto che l'iniziativa principale è di Dio, è lui che ci ha amati per primo, ha preso il nostro peccato e l'ha espiato.

Nel brano del Vangelo c'è l'invito del Signore perchè andiate e portiate frutto, la rivolge agli apostoli ma anche a tutti noi che siamo inviati nel mondo per portare il Vangelo e la salvezza. Ognuno deve fare la sua parte per il bene comune. Sia nel sacerdozio, che nella vita coniugale, che nell'impegno nel mondo, 'non voi avete scelto me ma io ho scelto voi'. Conosco l'impegno della vostra chiesa nel promuovere la vita cristiana, la città di Arezzo vi assume come espressione di valori, traete forza dalla vostra devozione come quella tanto radicata per la Madonna del Conforto. Questa terra dove nacquero grandi personaggi del Rinascimento, da Petrarca a Vasari, ha inciso sulla storia d'Europa facendo forza sugli ideali cristiani. Dobbiamo chiederci soprattutto in questa Regione che è patria del Rinascimento quale missione dell'uomo siamo in grado di offrire alle nuove generazioni? Questa terra ha insita la solidarietà, l'attenzione ai più deboli, essere solidali con i poveri. Anche la vostra provincia è piegata dalla crisi economica che colpisce soprattutto le fasce più deboli e i giovani.

La chiesa è solidale con chi è nel bisogno, contrastando la cultura dell'effimero. Questa chiesa è sostenuta dalla testimonianza del poverello di Assisi. Dovete testimoniare l'amore di Dio nell'aiuto agli ultimi. Dobbiamo offrire prospettive di speranza per il futuro. Oggi continui l'ipegno per realizzare una città dal volto sempre più umano, l'amore di Dio deve essere sempre accompagnato da quello per il prossimo. Vi guidi in questo il luminoso esempio dei vostri santi e la tradizione del vostro popolo, con il sostegno della Madonna del Conforto'.

E' il momento del Credo ancora una volta affidato al coro. Ad avvicinarsi al Papa ci sono poi i 6 fedeli che leggono le intenzioni della preghiera. La Messa è scandita dalla Liturgia Eucaristica, è il tempo dell'offertorio con 8 persone che portano i doni all'altare. Quindi il Santo Padre legge la Preghiera Eucaristica in latino, segue il Santo intonato dall'impeccabile coro. Prende la parola anche il Vescovo Fontana e dopo di lui gli altri concelebranti, proseguendo la Santa Messa sempre in latino, lingua riservata alle cerimonie più solenni. E' il momento del Padre Nostro, decantato da tutti i fedeli insieme al Santo Padre, a cui segue lo scambio del segno di Pace e l'Agnello di Dio cantato dal coro. Cominciano le lunghe e composte file per ricevere l'Eucarestia. I sacerdoti sono dislocati nelle varie zone del Prato per dare la Comunione a circa 20mila persone, con Eucarestia anche per le persone ciliache in due punti del piazzale. Anche il Santo Padre comunica 30 persone tra uomini, donne e ragazzi emozionati.

L'ultima preghiera del Santo Padre è affidata alla Madonna, con un pensiero ancora una volta ad Arezzo e alla crisi generale, con la città affidata alla protezione della Madonna del Conforto. E prima del Regina Coeli finale c'è la benedizione. Il coro chiuede con il 'Bianca Regina Fulgida'. E intanto dai fedeli partono appalusi e acclamazioni per il Santo Padre. La Messa è finita, e mentre i fedeli se ne vanno in pace, il Papa riprende il suo serratissimo programma domenicale che lo porterà subito dopo a raccogliersi in preghiera in cattadrale nella Cappella della Madonna del Conforto.

ANGELA BALDI