Arezzo, 13 maggio 2012 - "Benvenuto ad Arezzo Santità": Fanfani apre i saluti al Papa.

"Grazie di esser qui. Dalle sue parole trarremo sicuramente una personale crescita. Nella nostra vita attenuiamo la capacità di guardarci intorno e di porre attenzione verso gli altri. Le sue parole ci consentono di alzare la testa sulla quotidianeità. Noi amministratori siamo chiamati a guardare nell'interesse generale: quello dei bambini, anziani e soprattutto dei giovani, privi ahimè della speranza" . 

"Il nostro dono è il simbolo della storia antica e contemporanea di Arezzo. Un fermaglio della UnoAerre, azienda che ha fatto lo storia di Arezzo, e che adesso dopo un periodo di crisi si appresta a scrivere un'altra pagina di storia, nel segno della speranza di tutti per un futuro migliore". 

Fontana: "Pietro è venuto a trovare Donato. Oggi il popolo di Dio, gli apostoli intorno  a Gesù. Facciamo dono della nostra forza giovane per costruire un fututo migliore, ma la nostra provincia ha bisogno di lavoro. Non le faremo un dono materiale, solo una grande raccolta per i poveri. Deponiamo il frutto di questa carità collettiva ai suoi piedi". 

Un mare di folla, 30 mila o forse più fedeli sono al Prato, da stamani in attesa del Papa, che è giunto in questo momento a bordo della sua Papa-mobile.  

Ha attraversato la folla festante. Il tempo anche di prendere in braccio un bambino che gli viene passato dalla mamma. Il bacioe poi via al Prato dove si è intrattenuto pochi secondi con il sindaco e il Vescovo, per ritirarsi nella "sacrestia" dietro il palco. 

Diecimila persone a sedere, almeno 20 mila in piedi intorno alla basilica a cielo aperto, fortemente voluta dal Vescovo Fontana, allestita negli scorsi giorni, incorniciata da bellissimi allestimenti floreali bianco e gialli.  A dominare l'altare allestito al Prato, il Crocifisso di Margaritone e della Madonna della Misericordia di Vasari. 

Sotto il palco centinaia di sacerdoti aretini. Di fianco il coro: 120 cantanti che hanno aperto la messa con un canto gregoriano in omaggio a Guido d'Arezzo, poi due canti di Coradini, chiudendo con il "Bianca Regina Fulgida", l'inno della città della fede. Dal lato opposto tanti giovani, forse mille, seduti a terra fin da ieri sera.