Arezzo, 3 marzo 2012 - La domanda per Palazzo Cavallo è una sola: sarebbe mai successo in un’altra città d’arte? Sarebbe stato possibile, per non andare tanto lontano, nella cugina Cortona? La risposta è facile: no, perchè nella Città Etrusca il turismo lo sanno fare e di quello vivono. Qui invece, l’equivoco di una burocrazia che è come le tre scimmiette (le quali notoriamente non parlano, non vedono e non sentono) è sempre in agguato.

Ci voleva tanto a guardare un calendario e pensare che magari la Settimana Santa, periodo di ripresa del turismo dopo la pausa invernale, non è la più adatta per piazzare un cantiere sulla principale via d’accesso al salotto di San Francesco e soprattutto agli affreschi di Piero? La triste impressione, invece, è che il famoso calendario non lo abbia consultato nessuno, che la macchina comunale abbia proceduto per inerzia burocratica: qual è il primo lunedì utile? Che poi fosse quello prima di Pasqua non lo ha valutato nessuno: cosa sono queste inezie per un burocrate che non fa distinzione fra un giorno e l’altro, tanto sono tutti uguali?

Era già successo due anni fa, quando si scelse di iniziare il montaggio delle tribune di Giostra il lunedì prima del 2 giugno, pieno ponte primaverile, coi turisti a frotte in centro. Intendiamoci, però: le colpe della macchina ricadono anche su sindaco e assessore, che hanno omesso di vigilare. La politica ci sta anche per questo, per correggere l’andamento inerziale della burocrazia. Non per niente, si continua a parlare di percorso partecipato per i grandi cantieri, di residenti e commercianti consultati dal progetto ai lavori. E stavolta?

di Salvatore Mannino