Arezzo, 23 marzo 2012 - E' vero:la Guinza non è in provincia di Arezzo e non è neanche particolarmente vicin a. Inizia dalle Marche e finisce nell'Umbria, anzi al contrario se la canna la doveste vedere dalla parte opposta.

Ma qui di "canne" ce ne sono di tutti i tipi. Perché se dopo anni scopri che in una delle gallerie fantasma della Due Mari ci hanno impiantato dentro una segheria abusiva: beh, qualche domanda cominci a fartela.

Non è in provincia di Arezzo ma anche per Arezzo quella galleria oltre un anno fa era diventata il simbolo di tutta la strada. Lì dentro avevano protestato e dormito i presidenti delle Province, compresa la nostra, lì dentro si erano fatti fotografare con le magliette della protesta, lì dentro avevano bivaccato per mandare un estremo segnale a chi i segnali da sempre li ignora, almeno sulla Due Mari.

E lì dentro c'era una segheria. Lo ha scoperto il mensile Quattroruote, la rivista specializzata del mondo delle automobili, esattamente quelle che dalla Guinza come dagli altri tratti fantasmi della grande incompiuta sono meticolosamente escluse.

Una segheria completa tanto quanto clandestina: cataste di legna, un'enorme sega circolare, un rimorchio di un
piccolo trattore e un nastro trasportatore per caricare i ciocchi tagliati'.

E tutto lì dentro. La segheria più cara del mondo. Neanche un emiro arabo potrebbe regalarsi una segheria costata tra i 230 e i 240 miliardi delle vecchie lire. Noi sì, noi.

Quasi sei chilometri di tunnel a canna unica: cioè proprio quello  che dopom la tragedia del Monte Bianco non si sarebbe potuto costruire. Lei era già a buon punto e non ha potuto fare marcia indietro.

Ma soprattutto non riesce a mettere la marcia avanti l'intero progetto. La Strabagh, il gigante delle strade austriaco, è interessato a farsi sotto, a giugno ne sapremo di più, mentre dall'Europa prima o poi ci diranno se questa arteria merita davvero di essere inserita tra quelle strategice (Ten) e quindi con una scorciatoia al cuore delle banche o no. 

Attese: le ennesime o le ultime di una storia partita da lontano ma che non riesce a vedere l'arrivo. Un tunnel, buio e infinito, al di là del quale non si vede nulla: se non una bella segheria

di Alberto Pierini