Arezzo, 3 febbraio 2012 - La neve è uguale per tutti: o quantomeno ci si avvicina parecchio. La vita di tutti i giorni ci fa figli e figliastri? Traccia delle linee rosse tra la fortuna e la jella? Mette uno con il muso al vento e l'altro controvento? Beh, la neve quando viene viene.

Basta fare un giro per la provincia. Anghiari si ritrova sepolta come raramente le è capitato in passato. E se la neve colpisce lì è un dramma: avete idea di cosa sia lo stradone che da piazza Garibaldi punta Sansepolcro? Ci vuole un pilota provetto per uscirne sani.

Sansepolcro fa pari e patta. Un'altra nevicata record e qualche brontolio per la condizione delle strade. Che si spegne per non  andare a sbattere contro i camionisti, ricoverati al palasport da giorni, con i camion fermi e il rischio di essere appiedati chissà per quanto nell'ipotesi che il gasolio si debba ghiacciare.

Cortona non è da meno. A tratti è stato chiuso perfino lo stradone di collegamento con Camucia: roba da non credere, è come se da Roma non poteste andare a Ostia o da Milano non raggiungere Lecco. Niente rispetto alla montagna che le sta dietro, paesi grandi e piccoli che soffrono anche solo per uscire di casa.

Bibbiena e Poppi sono ciliegine di un Casentino che quando annusa la neve non vuole restare indietro a nessuno. E in effetti non ci resta, perché il mondo si imbianca e parecchio.

Il Valdarno ha una storia tutta da raccontare: quella dei suoi paesi in montagna, delle sue case isolate, dei suoi borghi abbandonati quando la neve sale di 30 centimetri. Il Pratomagno svela i suoi misteri: e dopo quattro giorni ecco ancora qualche famiglia raggiunta per la prima volta.

Ma visto che gli occhi valgono più di ogni parola, cliccate qui sotto. Perché inizia un grande viaggio. Il viaggio nella neve aretina.