Arezzo, 24 luglio 2011 - E' successo di tutto nella settimana che si chiude, di bello e di brutto. Il bello lo ha offerto la città della notte: migliaia e migliaia a sciamare sulle vie del centro storico e a stazionare sulle piazze del divertimento; e Corso Italia un serpentone magico e colorato, un mare di teste e di parole che già di per sé è stao un spettacolo. Piacciono i festival e le notti bianche o rosa.

Piacciono agli aretini che si riappropriano dei propri spazi storici, piacciono ai visitatori che si trovano di colpo proiettati in una realtà imprevista, più rambla di Barcellona che il corso principale di una città di provincia , magari immaginata come sonnolenta e priva di colpi d’ala. La strada è quella giusta ed è notizia di oggi che l’operazione di recupero delle piazze andrà avanti.

Per iniziativa dell’Ascom tornerà infatti il cibo di strada con al centro piazza della Badia, quattro appuntamenti da non perdere, quattro motivi per ripensare le giuste politiche di promozione per una città che ha davvero poco da inividiare ad altre assai più frequentate. Ma la realtà purtroppo, non è fatta solo di shopping, gastronomia di piazza e notti bianche.
 
E’ fatta anche dalle centinaia di dipendenti della Ciet che da mesi non ricevono stipendio e che verranno pagati a fine mese con una spada di Damocle sulla loro testa: i circa quattrocento esuberi annunciati dal titolare, Piero Mancini. Insomma, non ce la fa proprio la nostra economia a risollevarsi nonostante le buone performances di tante nostre imprese nel settore della meccanica e dell’hi tech.

La ripresina, se c’è, è squilibrata. Non riguarda, chi più chi meno, la totalità dei settori. La selezione è spietata e premia solo alcune tipologie di mercato. E’ questo il nodo principale da risolvere per non precipitare.