Arezzo, 18 luglio 2011 - Sembra la scena finale dei Soliti Ignoti, i ladri che falliscono il colpo ma si ritrovano in cucina a mangiare pasta e fagioli. Cosa ci fosse in tavola in un’abitazione di Loro Ciuffenna il verbale dei carabinieri non lo dice, ma gli emuli di Capannelle stavolta hanno sommato l’utile al dilettevole, senza nemmeno confondere la stanza della cassaforte con il tinello: prima hanno ripulito casa e poi si sono seduti tranquillamente a cena, servendosi dalla tavola già apparecchiata.

E chissà se erano già arrivati a frutta e caffè quando è tornata la padrona. Gli è bastato sentire la chiave che girava nella toppa per darsi a precipitosa fuga. Dalla finestra, attraverso la quale sono saltati direttamente verso i campi. L’ultima volta che la signora ne ha intravvisto le sagome, stavano correndo all’impazzata per la campagna. Difficile riacchiapparli. A meno che non fossero imbranati come Mastroianni, Gassman e Renato Salvatori, cui non erano bastate neppure le lezioni di scasso dell’antico mariuolo Dante Cruciani, in arte Totò.

Insomma, peccato che non sia successo al cinema, che non sia una fantasia di celluloide o del digitale col quale oggi si producono i film, bensì una scena assolutamente reale, un po’ grottesca e un po’ drammatica, accaduta sabato sera a Bivio Casalini, comune di Loro Ciuffenna, lungo la vecchia strada dei Setteponti. Per la proprietaria un pomeriggio come tanti, nel corso del quale ha accudito tranquillamente alle sue faccende, compresa la preparazione della cena, ha apparecchiato per tutta la famiglia, e poi è uscita per il classico impegno.

D’estate, si sa, i ladri sono come la gramigna. Spuntano da ogni lato e non sai come difenderti. Magari in un ciuffo di case come Bivio Casalini te li aspetti di meno, ma l’esperienza di sabato insegna che mai dire mai. Fatto sta che i soliti ignoti (e mai come in questo caso l’espressione da luogo comune si è rivelata in linea con la realtà) sono entrati dentro casa. Non si sa ancora se forzando la porta, dopo essersi accertati che non ci fosse nessuno, o da qualche finestra aperta. Difficile ormai trovare gente che tra le mura domestiche tiene tesori nascosti, ma un po’ di gioielli e di contanti per le necessità immediate dei proprietari ci sono sempre o quasi. Come in questo caso, appunto, quando i ladri (due, secondo quello che testimonierà la padrona sulla base della sua sfuggente impressione visiva) si sono serviti a piacimento: un migliaio di euro in denaro liquido più un po’ di oro.

A quel punto non rimaneva che andarsene inosservati come al momento dell’irruzione, ma può un ladro discendente dalla nobile schiatta (cinematografica) dei Capannelle e dei Peppe (Vittorio Gassman) rinunciare a togliersi lo sfizio di mangiare in casa altrui? Specie quando la tavola è già imbandita, come la pasta e fagioli che stava sulla stufa nella più classica delle commedie all’italiana? A farla, breve, per parafrasare Manzoni e la Monaca di Monza, gli sciagurati sono seduti. E quando si sono trovati davanti a quel ben di dio, si sono serviti a gradimento.

Poi l’imprevisto, che magari tanto imprevisto non era, cioè il segnale che la padrona stava tornando dentro casa, magari il rumore della chiave che girava nella toppa. I due devono essersi guardati in faccia dandosi reciprocamente del cretino: ci siamo fatti fregare per un piatto di panzanella, la più classica delle pietanze estive, e ora chi ce la toglie la galera? Poi uno sguardo alla finestra li ha rianimati. Era aperta e oltre c’erano i campi a perdita d’occhio. Uno spiraglio sufficiente per buttarsi alla disperata verso la salvezza.

La signora ha fatto appena in tempo a vedere uno dei due, il più lento, che scavalcava il davanzale, l’altro era già fuggito a gambe levate. Inutile provare a inseguirli, inutile provare persino a gridare per dare l’allarme. Troppo tardi. C’era solo da chiamare i carabinieri della locale stazione, che hanno subito avviato le indagini, come si dice in perfetto stile burocratico. L’unico dubbio è la qualificazione giuridica del reato. Perchè sul fatto che rubare gioielli e denaro sia furto aggravato non ci piove. Ma mangiarsi di contrabbando la cena altrui che reato è? Forse più che al giudice è il caso di domandare ai Soliti Ignoti, quelli veri, quelli del film, compreso Tiberio Murgia 'Ferribotte'.