Arezzo, 8 luglio 2011 - Le stelle non stanno a guardare. No, si sono stancate, perfino loro, di fare le guardone. Forse si erano stancate fin dai tempi di Cronin, quando già allora non capivano cosa diavolo ci azzeccassero in quelle storie di amore e miniera. Ma ora vogliono dire la loro. E magari imporre la loro legge. Se devi comprare un paio di calzini o una maglietta non c’è un motivo serio per cui tu lo debba fare dopo cena. Non ci sono superstizioni in ballo nè scaramanzie da rispettare per uno scontrino da staccare alle 11 di mattina o alle 17 della sera.

Eppure ogni volta che i negozi fanno gli straordinari il centro si affolla. Un po’ a caccia dell’evento. In mancanza di un grande concerto (costa troppo) o di una grande partita (chi ci crede più al pallone?) ben vengano anche i negozi aperti a scatenare la sindrome dell’esserci o non esserci."Ma come non c’eri?"

Tenti di arrampicarti su una scusa, di fingere come in altri campi un’emicrania, di mettere in campo il raffreddore del nonno. Ma fatichi, perché il meccanismo dell’esserci o non esserci non tradisce mai. Ma basta? Forse no. Perché poi sullo sfondo c’è un orologio che ormai fa le bizze. Le certezze dei nonni o anche dei babbi non sono più le nostre. Sapevi quando entravi, sapevi quando uscivi. E con mesi di anticipo potevi prendere un impegno, invitare a cena il vicino di casa, organizzare una partita tra scapoli e ammogliati.

Ora non più. E non solo perché gli scapoli e gli ammogliati dovrebbero fare i conti anche con i separati e i divorziati. Ma perché la vera rivoluzione è quella degli orari. Gli orari di lavoro, che raramente coincidono, in tanti settori, con quelli ufficiali. Gli orari degli asili, che spesso si spalmano fino al pomeriggio, sempre che ci siano. E gli orari della città.
Nonno non avrevbvbe mai concepito di comprare i calzini alle dieci di sera. Oggi è diventata quasi ordinaria amministrazione. E se non li compri di notte spesso li compri di domenica. Tu sei libero, tua moglie anche, i figli forse no ma solo perché preferiscono fare di meglio.

Una croce per chi accende le vetrine e deve adeguarsi al nuovo che avanza, e che a volte preferirebe metterlo in frigo. Ma anche una rivoluzione irreversibile. Dove la notte bianca rischia di diventare la notte in bianco di chi di giorno fa fatica a viveere. E dove le stelle potrebbero perfino rimettersi a guardare: lassù, dalla loro terrazza privilegiata su un mondo all’inseguimento delle lancette dell’orologio.