Arezzo, 28 giugno 2011 - "Vogliamo lavorare di più e  vogliamo aumentare la produttività dell'azienda". Sembra di rivedere la scena iniziale di 'Fantozzi subisce ancora' quando tutti gli impiegati delle Mega Ditta tentano forsennatamente di entrare in anticipo, non mossi da spirito di operosità, ma solo per timbrare il più velocemente possibile il cartellino e poi, in nome dell'assenteismo più bieco, andarsene chi al mare, chi a dedicarsi ad un secondo lavoro.

Le immagini viste nel video della Guardia di Finanza non sono ovviamente tratte dalla pellicola di una commedia anni '80. Siamo nella sede aretina dell'Ente Irriguo Umbro Toscano, ente pubblico non economico, per i quali la Procura della Repubblica di Arezzo ha chiesto, in questi giorni, il rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato. I fatti risalgono alla fine del 2008, gli accertamenti sono stati effettuati dalle Fiamme Gialle tra il 2008 e il 2009.

Qualcuno timbrava il 'cartellino' al posto del collega. Altri uscivano per trattenersi fuori a lungo, tutti tra i 20 minuti e le 2 ore.  Abitudini un po' distanti da una rigorosa giornata di lavoro che sei dipendenti dell'ente irriguo coltivavano con una certa frequenza, se nel giro di tre settimane sono stati registrati circa ottanta casi, che la Guardia di Finanza ha smascherato.

Sì, perché dopo un esposto di un collega stufo dell'andazzo, la Guardia di Finanza ha cominciato a pedinare gli 'assenteisti' passo passo per un'indagine i cui risultati sono stati tirati nei giorni scorsi. E che ha portato a sei denunce. Pedinavano gli impiegati dal parrucchiere, ma non solo, anche alla Stazione, dove si facevano la fototessera, in lunghe passeggiate per il centro con tanto di shopping nei negozi. E così via. Tutti i movimenti registrati in un video dalle Fiamme Gialle.

Inoltre, di concerto con il Pubblico Ministero Spena titolare delle indagini, i militari avevano installato due telecamere, una puntata sull'ingresso dell'Ente e l'altra verso l'apparecchiatura segnatempo. Il monitoraggio visivo, insieme ai pedinamenti, hanno disvelato a pieno l'ampiezza del fenomeno. 

Nel mirino sei dipendenti, tre uomini e tre donne, tutti denunciati dalla Guardia di Finanza di Arezzo per
assenteismo dal lavoro. Per loro la Procura aretina ha già chiesto il rinvio a giudizio. Tre dei quali, due uomini e una donna, nel frattempo sono andati in pensione.

Cambiano i tempi, ma a quanto pare, non i costumi.