Arezzo, 18 giugno 2011 - Vola, bianca colomba vola. Dimmelo tu come ha fatto Sant’Andrea a perder Giostra con «cinqueccinque» dieci. Solo la pazzia di un folle Saracino consegna la lancia dell’Unità d’Italia all’ormai ex nonna Santo Spirito. Non vinceva dal 2006 questo glorioso quartiere che ha fatto la storia della Giostra, dominando insieme a Colcitrone per poi mordere troppe volte la polvere. Polvere magica, forse, quella che Martino Gianni ha messo nella pozione, rivitalizzando al suo esordio da trainer una coppia stremata dalle tante sconfitte e soprattutto riportando il popolo dei Bastioni in una piazza a maggioranza giallocremisi. C’è voluta, e va detto, una buona dose di fortuna anche se la gestione delle bizze del cavallo di Cherici è stata da manuale.

E d'altra parte devi avere la sorte dalla tua per sconfiggere il Barcellona della Giostra, squadra praticamente imbattibile, cavalieri strepitosi che in realtà non hanno perso. Enrico Vedovini e Stefano Cherici non portano al quartiere l’ennesima lancia d’oro ma confermano di essere i più forti. Lo erano stati nella settimana delle prove e in piazza hanno fatto l’exploit. Non è bastato, ma il modello Sant’Andrea continua a essere vincente e non solo nelle due sfide di Giostra. E’ vincente per l’organizzazione che lo accompagna tutto l’anno, per la passione della gente, per l’entusiasmo che trasforma le cene propiziatorie in un evento di massa. Gode però Santo Spirito che con Gianni ha azzeccato dopo diverso tempo la scelta decisiva: i frutti si vedranno in futuro, al di là di questa lancia arrivata perché il destino aveva deciso così.

E’ mancato Colcitrone ma le attenuanti sono grandi: Vannozzi ha corso a Giostra condizionata dal 5 di Cherici; e Farsetti si è lanciato in un galoppo coraggioso e disperato per spezzare la lancia a Saracino ormai compromesso. Applausi infine a Giusti anche se il suo 5 vale solo per la statistica. Morale: Giostra divertente, un frullato di emozioni senza fine. Giostra partecipata con punte di commozione: l’applauso a «nonno» Bianchini, la magnifica esibizione degli sbandieratori, la piazza intera che canta l’inno d’Italia. Grazie Arezzo, ancora una volta. E passa una buona domenica.