Arezzo 10 giugno 2011 - Gli appuntamenti elettorali non sono ancora conclusi e domenica le urne si riaprono per i referendum. E’ lunghissima questa stagione del voto, iniziata a metà maggio, proseguita con i due ballottaggi di Montevarchi e Sansepolcro e che si deve adesso chiudere con un punto interrogativo grosso così: quorum o no?

Qui ci preme sottolineare che messa una pietra sopra alle urne, non possiamo metterla a coprire i tanti problemi che continuano ad assillare un territorio profondamente colpito dalla crisi economica Molteplici le questioni sul tappeto che la politica e l’economia dovranno affrontare. Nel contempo è sempre più fiaccata la pazienza dei cittadini che faticano a superare la terza settimana del mese, che vedono il lavoro continuamente in calo, che non ne possono più delle piccole e inutili battaglie che una parte della nostra classe dirigente continua a combattere come se il mondo non fosse cambiato. La gente è all’orlo della sopportazione. Lo ha dimostrato alle elezioni premiando chi più ha incarnato l’anima della protesta; lo dimostra dando vita a comitati che più o meno giustamente si battono per quella cosa o per quell’altra. E i cittadini si organizzano quando ritengono di aver subito un sopruso. La notizia di oggi sull’accoglimento di centinaia di ricorsi contro la tassa dei fossi, lo certifica in modo chiaro. Insomma, nessuno ha più voglia di subire e in fondo questa capacità di reazione è il segno di come in questa provincia non ci si voglia arrendere al destino cinico e baro.


Ma è chiaro che gli stimoli in arrivo dalla società devono essere raccolti, mentre purtroppo grandi punti di riferimento non se ne vedono, a parte rare eccezioni da cercare con il lanternino. Motore dello sviluppo, nonostante le generali difficoltà del credito, resta BancaEtruria che proprio in questi giorni ha dato il via al prestito obbligazionario. A quanto ci risulta la raccolta sta procedendo a gonfie vele, segno che l’operazione è stata accolta con favore dalla clientela. Ci sono poi gli orafi, che hanno sconfitto il tempaccio con un sfoggio di coesione e di unità che può essere sfuggito solo a Mister Magoo: altro segno di vivacità e di non rassegnazione all’ineluttabile. Insomma, dal quotidiano arrivano esempi virtuosi che però, e torniamo a ripeterlo a costo di risultare monotoni, non vanno lasciati cadere. Altrimenti chissà per quanto tempo si parlerà di decadenza invece che di ripresa. Chi ha orecchi per intendere, intenda.