Arezzo, 3 giugno 2011 - A RISCHIO quasi un terzo dei progetti Piuss, ma le opere principali vanno avanti senza troppi ostacoli. E’ questo il quadro che emerge all’indomani dell’insediamento della nuova giunta Fanfani che pprio sul Piuss aveva puntato gran parte delle sue fiches nella legislatura che si è appena conclusa. Il Comune, lo ricordiamo, aveva vinto l’assegnazione dei fondi europei presentando 28 progetti, per un totale di 32 milioni di lire. Di questi la Regione ne ha considerati prioritari venti, per complessivi 22 milioni, dei quali metà derivanti dai fondi europei e metà cofinanziati dall’amministrazione.

 

Il Comune ha rispettato i tempi, così come la regola prevedeva, per la presentazione dei singoli progetti con i relativi bandi per le gare d’appalto. E la Regione ha dato seguito al decreto di finanziamento, consegnando per ora un milione di euro per l’avanzamento dei lavori in Fortezza. Un altro milione è atteso a giorni, sempre in relazione al cantiere della Fortezza, per l’ingresso e i camminamenti. Ed è infine arrivato un altro milione per i lavori già effettuati e conclusi in piazza Grande. «Da questo lato — commenta l’assessore Franco Dringoli — siamo tranquilli, sia per la Fortezza che per le opere che stanno per partire, come la riqualicazione dell’area Cadorna e il polo digitale. Da parte della Regione rimangono da finanziare otto progetti per complessivi dieci milioni dei quali il Comune deve contribuire per la metà».

 

TRE DI QUESTI otto progetti, peraltro, hanno già camminato per conto loro. Riguardavano infatti la nuova piazza Guido Monaco, i lavori per il rifacimento di via Vittorio Veneto e quelli, conclusi un soffio prima delle elezioni, di piazza Sant’Agostino. Ma ci sono importanti progetti che corrono il rischio di arenarsi chissà per quanto tempo. «La Regione — dice Dringoli — non ha in questo momento risorse economiche a disposizione derivanti dai fondi europei del Piuss, avendo suddiviso i finanziamenti in varie città. E’ dunque chiaro che per certi progetti non possiamo muoverci, mancando il carburante per avviare il motore». In queste condizioni è ad esempio il piano per il restauro della biblioteca comunale e in piena impasse è pure il recupero di Sant’Ignazio. Niente da fare, al momento, per i lavori all’ex scuola di via Pellicceria e per il museo delle Telecomunicazioni. «Rispetto al bando iniziale — conclude Dringoli — c’è dunque qualche incertezza che contiamo di risolvere nei prossimi mesi».

 

C’E’ PURE un altro aspetto da tenere in considerazione e per il quale il sindaco Fanfani ha creato un’apposita delega assegnandola all’assessore Roberto Banchetti. La richiesta dei fondi Piuss prevedeva infatti, in via preliminare, di stabilire l’obiettivo del finanziamento stesso, ovvero a cosa destinare l’opera una volta compiuta. Siamo di fronte dunque a un progetto gestionale che va affinato, indicando i vari modelli di attività. Ciò presuppone un apporto trasversale dei vari assessorati coinvolti, essendoci aspetti che riguardano l’economia, altri relativi al sociale, altri ancora alla cultura e così discorrendo. Da qui la necessità di una cabina di regìa che eviti sovrapposizioni, detti i tempi come un metronomo, eviti ritardi o dispersioni. Anche perché in ballo ci sono i finanziamenti stessi. Se una volta completata l’opera, i suoi fini risultassero difformi da quelli indicati nella partecipazione al concorso Piuss, allora la Regione sarebbe autorizzata a richiedere l’immediato rimborso dei finanziamenti concessi. Un’onta che davvero l’amministrazione comunale non potrebbe permettersi.